Hermione's Secret, Cap. 10/20

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† Ichigo Kurosaki †
view post Posted on 6/9/2008, 19:48




SPOILER (click to view)
Un'avvincente continuazione di quella che è la celeberrima saga ideata da Johanne Kathelin Rowling, Harry Potter.
Sarà un anno difficile per la brillante studentessa grifondoro Hermione Granger la quale, venuta a conoscenza di una dura verità, dovrà fare i conti col suo passato e affrontare delle scelte che determineranno l'esito finale del suo nefasto destino.
Autore: Stefania (hermy)



CAPITOLO 1

IL SEGRETO DI HERMIONE




Era una calda mattina d’estate, tutti dormivano ancora alla Tana tranne una ragazza che misurava la sua stanza a grandi passi, piuttosto preoccupata, non aveva chiuso occhio quella notte e neanche in quelle precedenti. Questo perché Hermione Granger aveva un segreto, un segreto enorme di cui nessuno, neanche i suoi 2 migliori amici Harry Potter e Ron Weasley , era a conoscenza…
Era iniziato tutto una settimana prima. Hermione passeggiava da sola per le vie di Diagon Alley: aveva lasciato il resto del gruppo perché aveva dimenticato di portare via un libro che le piaceva molto dalla libreria il Ghirigoro.
“Cos’hai oggi, la testa tra le nuvole? Non è da te Hermione….” aveva detto sarcasticamente Ron per farla arrabbiare, ma ormai lei non ci badava più.
Ad un tratto, mentre attraversava una scorciatoia dove non camminava mai nessuno, sentì dei passi dietro di lei… Si voltò, ma non trovò nessuno “Probabilmente è solo Ron che mi ha seguita e vuole farmi uno scherzo” pensò tra sé… Poi i passi riniziarono…. “Ah ah ti ho beccato Ronald!!!” disse trionfante voltandosi di nuovo ma Ron non c’era…. Hermione vide un uomo dal mantello nero, con addosso una maschera, che si trovava poco lontano da lei e la raggiungeva velocemente… un Mangiamorte…. Il suo volto sbiancò. Hermione iniziò a camminare velocemente a ritroso ma dopo pochi passi si scontrò con un altro uomo, sempre mascherato, che subito la bloccò per un braccio : era in trappola.
“Bene bene finalmente ti abbiamo trovata” disse il primo Mangiamorte una volta che l’ebbe raggiunta.
“N-Non so di cosa parli” squittì Hermione terrorizzata, cercando di liberarsi dalla forte presa.
“Oh andiamo, non c’è bisogno che tu finga con noi” continuò il secondo uomo “Sappiamo chi sei…. Ashley…” le sussurrò poi all’orecchio.
Hermione si bloccò di colpo non appena sentì quel nome. Aveva sperato tanto che non succedesse, che nessuno l’avrebbe riconosciuta, ma ora era tardi…
“Lasciatemi andare!!!” ordinò con un tono insolitamente deciso.
“Oh non temere lo faremo…. Non prima di averti riportata da tuo padre…” disse uno dei due.
“NO!!! Non voglio tornare!!! Lasciatemi. LASCIATEMI!!!!”
“Ehi che ne dici se prima di riportarla ci divertissimo un po’ con lei…..” disse il secondo Mangiamorte con voce lasciva, accarezzandole il volto. Hermione iniziò a tremare.
“Gli ordini sono di consegnarla a LUI”
“Si ma non ha precisato in che condizioni deve tornare no? Dai lasciamelo fare… che ti costa!!!”
“No”
“Come scusa?”
“Ho detto NO! Non ti permetterò di trasgredire agli ordini!!” gridò il primo uomo
“Bene allora… Pietrificus!!!” urlò l’altro ma l’incantesimo andò nella direzione sbagliata. Come un fulmine il primo Mangiamorte estrasse la bacchetta e disse “Avada Kedavra!!!”.
L’altro uomo si immobilizzo e cadde, morto, trascinando anche Hermione a terra. La ragazza fu velocissima… prese la bacchetta dalle mani del Mangiamorte e si smaterializzò.
Mentre spariva riuscì a sentire l’urlo dell’altro uomo “NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!”
Da quel giorno Hermione non era più riuscita a chiudere occhio, terrorizzata all’idea che quegli uomini potessero tornare… Avrebbe voluto confidare tutto a qualcuno ma dopo che l’unica persona a conoscere il suo segreto, Silente, era morta…. “No, non posso non posso” pensava “poi cosa mi diranno, cosa penseranno di me?”
Ad un tratto sentì un rumore si stoffa che si muoveva e vide un ombra, Ginny, che dormiva tranquilla, rigirarsi nel letto. “No, è una problema solo mio” concluse sussurrando.

***

Quella notte Harry aveva un sonno agitato… Col tempo il suo legame con il Signore Oscuro si stava rinforzando e lui, anche se involontariamente, riusciva ad avvertire quando era particolarmente euforico …o adirato…
“COSAAAAAAAA?!?!?!”
“N-non siamo riusciti a prenderla mio Signore…..” disse calmo un uomo inginocchiato davanti a Voldemort.
“Ricordi che cosa avevo detto Travers? EH? TE LO RICORDI????”
“Si Signore”
“Mi dici cosa vi avevo detto Travers?” chiese Voldemort.
“Di riportare qui la ragazza viva….”
“O?”
“Oppure avremmo fatto meglio a non tornare….” concluse l’altro in un sussurro.
“E tu cos’è che hai fatto Travers?”
“Sono tornato indietro a mani vuote, mio Signore…. Ma non è stata colpa mia”
“Ah no?”
“No mio Signore”
“E allora chi sarebbe stato dai sentiamo….”
“Rockwood mio Signore, voleva abusare della ragazza…”
“COME?” sbraitò Voldemort “Avevo detto che la ragazza NON ANDAVA TOCCATA!!!!”
“Rockwood non ha potuto fare niente, mio Signore, l’ho ucciso prima che potesse farle qualcosa…”
Voldemort sembrò calmarsi. “E mi dai un buon motivo per cui io ora non dovrei fare lo stesso con te Travers?” Il Mangiamorte rimase in silenzio “Voglio essere buono con te Travers, ho deciso di darti un’altra possibilità e cerca di non deludermi questa volta…”
“C-Certo mio Signore, grazie mio Signore”
“Ora vattene Travers”
“Si, mio Signore” e sparì …
Harry si svegliò di soprassalto, sudato. Ancora una volta non era riuscito a chiudere la mente come tutti volevano, come anche Silente voleva… Guardò l’orologio sul suo comodino: le 10.30…. Si voltò a guardare il letto dall’altra parte della stanza: era vuoto… probabilmente Ron era già sceso per la colazione…. Decise di alzarsi e quando si fu preparato scese per raccontare del sogno di quella notte ai suoi amici…

***

“Cosa?” chiese Hermione spaventata “Hai avuto un'altra visione” disse più piano cercando di non farsi sentire dagli altri.
“Devi chiudere la mente Harry…” continuò Ron
“Si lo so già, ma prima di farmi la predica credo che dovreste sentire cosa ho scoperto…” e gli raccontò per filo e per segno quello che aveva visto.
“Beh secondo me nn è una cosa di importante…” disse subito Hermione, appena Harry ebbe terminato il suo racconto “Insomma perché Vol--- oh Ron va bene Colui-che-non-deve-essere-nominato cercherebbe una ragazza!!! Probabilmente sarà stato solo un sogno e tu hai pensato che fosse dovuto al tuo legame con lui…”
“Scusa Hermione ma credo di saper distinguere una visione da un sogno…” disse Harry offeso
“Beh magari ti sei sbagliato no? Cos’è il grande Harry Potter non può sbagliare adesso?” disse Hermione sarcastica
“Ma Hermione si può sapere che ti prende?” chiese Ron, era da un po’ di giorni che la vedeva strana.
“Io non ho proprio niente!!!” esclamò Hermione ed uscì dalla stanza infuriata.
“Ah le donne…” disse Ron guardando sconsolato l’amico.

***

Si avvicinò lentamente alla stanza della ragazza, voleva capire perché era così turbata, cosa la spaventava. Sapeva bene che probabilmente lei non avrebbe voluto dirglielo ma non aveva intenzione di cedere perché… beh perché le voleva troppo bene…. l’amava, era sempre stato così, ma non le aveva mai confidato i suoi sentimenti per paura di essere respinto. Per questo lui stava male quando vedeva lei star male. Bussò. “Harry non voglio parlarne” la voce di Hermione uscì quasi soffocata, come se stesse piangendo “Sono io, Ron” disse lui per rassicurarla. “Oh…. Beh non voglio parlarne neanche con te!” rispose lei.
“Dai Hermione fammi entrare”
“No”
“Ti prego….”
“Non voglio Ron”
Si sedette. “Bene allora io aspetterò qui”
“Cosa?”
“Starò qui ad aspettare, non posso permettere che tu stia così”
“C-Così come?” chiese Hermione cercando di risultare il più naturale possibile.
“Andiamo, si sente lontano un miglio che stai piangendo”
“I-Io…. Io non piango”
“No?”
“No.”
Passarono alcuni minuti...
“Hermy mi dici che succede?” chiese Ron paziente
“Niente.”
“Sul serio?”
“Si… E’ solo che stamattina mi sn svegliata con la luna storta, tutto qui”
“Ne sei sicura?”
“Si…”
Passò quasi un’ora…
“Ron?”
“Mmm?”
“Niente… volevo solo sapere se eri ancora lì”
“Non me ne andrò.”
“M-Ma non stai scomodo?”
“No, per te starei qui delle ore…”

***

Harry era seduto tranquillamente sulla poltrona a guardare una vecchia TV che il Signor Weasley aveva rimontato da poco. Aveva gli occhi chiusi per ascoltare alcune tra le sue canzoni babbane preferite Ad un tratto qualcuno lo baciò sulla bocca e vide una chioma di capelli rossi scivolare davanti a lui.
“Signora Weasley potrebbe vederci qualcuno” disse Harry con una voce sensuale, trattenendo a stento una risatina.
“Scemo!!!” disse Ginny sedendosi accanto a lui “Ti sembro farse mia madre?”
“Ah… Sei tu….” disse con una voce falsamente acida. Ginny lo guardò accigliata. Harry scoppiò a ridere.
“E adesso perché ridi?”
“Scusa ma la tua faccia è impagabile” esclamò lui con le lacrime agli occhi.
“E’ ufficiale: sei uno sciocchino Harry James Potter!!!” replicò lei sorridendo a sua volta “Che fai?”
“Oh niente ascolto un po’ di musica babbana…. Conosci Justin Timberlake?”
“No” ammise la ragazza.
“Britney Spears?”
“No”
“Alycia Keys?”
“No”
“Vasco Rossi”
“E’ Italiano?”
“Siiiiiiiiiiiii!!!” rispose lui speranzoso.
“Mi dispiace no”
“Ah beh vorrà dire che dovrò fartene sentire parecchi…”
“Non vedo l’ora…” disse e Harry la baciò.

***

Era ormai pomeriggio. Hermione non era scesa a mangiare, si era addormentata. Venne presa però da una forte fame e si decise a uscire. Come previsto incontrò un paio di profondi occhi color dell’oceano che la fissavano…
“C-Che ci fai ancora qui?” chiese stupita.
“Mi sembra chiaro, aspettavo che tu uscissi” rispose Ron .
“E…. sei stato qui tutto il tempo?”
“Si”
“Non hai neanche mangiato?”
“No” rispose semplicemente “Ti ho detto che per te avrei aspettato anche delle ore” continuò ed arrossì, come faceva sempre quando stava con lei.
“Io…. Ron non avresti dovuto farlo”
“L’ho fatto volentieri”
“Grazie….” disse e gli sorrise, per la prima volta dopo quasi una settimana.
“Allora ti va di scendere a mangiare con me? Cucino io!”
“Ok!! Che si mangia?”
“RoastBeef e per dolce Cheese Cake”
“Al cioccolato?”
“Certo e anche con la panna”
“E’ la mia preferita!!!” esclamò Hermione battendo le mani come una bambina.
“Lo so…”

***

“Allora mi vuoi dire che succede?” chiese Ron: erano arrivati al dolce e quello era il momento buono per affrontare l’argomento visto che lei era di buon umore. La ragazza si incupì “Niente”
“Non è vero Hermy, qualcosa ci deve essere, è da tanto che ho notato che c’è qualcosa di strano nel tuo comportamento e anche Harry la pensa come me…”
“Insomma voi due parlate alle mie spalle vero?”
“No, assolutamente, questo mai. E’ semplicemente una cosa che abbiamo notato…”
“E dovevate parlarne per forza tra di voi?”
“Siamo preoccupati per te…”
“Beh dovreste smetterla allora di farvi i cavoli miei” replicò lei acida.
“Bene, se è questo quello che pensi io posso andarmene” disse Ron calmo: si alzò e si diresse verso la porta della stanza.
Non poteva lasciarlo andare, si era appena comportata malissimo con lui e se ne rendeva conto, ma non poteva litigare con lui, non dopo che l’aveva aspettata tutto quel tempo seduto fuori dalla sua camera… “Ron aspetta!”
Lui si voltò “Cosa vuoi?”
“Mi dispiace”
Il ragazzo rimase in silenzio.
“Senti hai ragione qualcosa c’è, ma il fatto è che…. insomma non posso dirtela…. È una cosa che non sa nessuno, nemmeno Harry e Ginny… Ti dico subito però che non ho fatto niente di illegale, ti fidi di me?”
“Certo”
“Scusa se ti ho trattato male in questo periodo…”
“Non ti preoccupare, comunque sappi che se vuoi parlarne io sono qui per te”
“Lo so Ron… Grazie…”
“La mangi quella?” chiese mentre si sedeva indicando il pezzo di Cheese Cake che Hermione aveva lasciato.
“No” rispose lei sorridendo e porgendo a Ron il piatto.
Insieme risero e scherzarono tutto il tempo. Hermione si sentiva felice e spensierata, tanto che riuscì, per la prima volta, a dimenticare del tutto il suo segreto…


CAPITOLO 2

AMANDO…





Il pomeriggio passato a parlare con Ron aveva messo Hermione di buon umore... le piaceva stare con lui, adorava tutto di lui, ma sapeva di non essere ricambiata e di certo non sarebbe stata lei a dirglielo. “Oh insomma Hermione ti fai problemi inutili!” le diceva sempre Ginny “Guarda me e Harry per esempio. Ci siamo dichiarati e abbiamo scoperto di essere fatti l’uno per l’altra!!!”
Eh già… Harry e Ginny erano la coppia perfetta… Per lei era facile parlare, lei non era come Hermione. Avevano caratteristiche del tutto opposte, forse era per questo che erano grandi amiche… Fattostà che lei ormai non sapeva più cosa fare…
“Ci ho provato a farglielo capire!!!” rispose, per l’ennesima volta, a Ginny che la rimproverava “Non posso certo andare lì e dirgli <<ehi Ron sai una cosa? Sono cotta di te da anni ormai>> Dai non arriverò a tanto!!!”
“E perché no?”
“Io… noi siamo solo amici”
“A me non sembra”
“Oh Ginny dai”
“Cosa? E’ vero!!! Dimmi una cosa… cosa provi quando stai con lui?”
“Beh…” era una cosa a cui non aveva mai pensato “Io… con lui sto.... bene” disse arrossendo.
“Allora dovresti dirglielo”
“Non posso!!!”
“Ma perché no?”
“Perché…” già, perché non poteva dirglielo? “Lui non mi vuole”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Non lo so. E’ così e basta”
“Hermione smettila”
“Di fare cosa scusa?”
“Di sminuirti. Sei la ragazza più brava della scuola, sei intelligente, sei un’amica fedele e sei anche una bellissima ragazza, mi dici perché mai Ron non vorrebbe stare con te?”
Ci pensò un attimo “Non lo so” ammise.

***

Intanto in un'altra stanza…
“Allora gliel’hai detto?”
“No”
“Cavolo Ron! Ieri pomeriggio sei stato solo con lei per ore!”
“Beh? Cosa centra? “
“Hai avuto paura eh? Dai ammettilo”
“Io… io non ho affatto paura, per chi mi hai preso?” disse scaldandosi.
“Su scherzavo…” replicò Harry.”E allora mi dici perché non ti sei dichiarato?”
“Io… lei non mi vuole”
“Come fai a saperlo?”
“Lo so”
“Smettila di fare il bambino Ron. Va da lei e diglielo.
“Non ci penso neanche”
“Uff… il giorno che vi deciderete a mettervi insieme ballerò un valzer con Voldemort, giuro…”


***

Erano le 7 di sera. Hermione sedeva sul suo letto a leggere… Sentì bussare. “Chi è?”
“Sono Ron, mi fai entrare?”
“Oh no è lui!!! Elfi incantati, sono tutta in disordine!!!” pensò tra sé.
“Ehm….. potresti aspettare un secondo?” disse
“Ok…”
Hermione scese immediatamente dal letto, si sciacquò il viso e prese a pettinarsi freneticamente i capelli ricci e crespi.
Ron intanto era fuori dalla stanza ad aspettare “Glielo dico adesso, glielo devo dire” pensò “Non possiamo continuare così, ho bisogno di sapere se anche lei mi ama”.
“Hermione, tutto bene?” chiese impaziente, con la paura che tutto il suo coraggio svanisse in un colpo solo.
“Si, un secondo…scusa ma non trovo una cosa” disse lei mentre velocemente indossava la sua
T-Shirt preferita.
“Se vuoi ti aiuto…”
“NoNo, non ce n’è bisogno, l’ho trovato puoi entrare” disse risedendosi sul letto e riaprendo il libro.
Ron entrò nella camera. “Ciao, si può sapere cosa avevi perso di così importante?”
“Io….” iniziò a guardarsi intorno, in cerca di qualcosa da dire, poi si rese conto di avere tra le mani il libro… “Questo” disse girandolo in modo che Ron potesse vedere.
“Un libro?”
“Si beh… per la verità è un libro di fiabe babbane… sai Cenerentola, Biancaneve, La Bella Addormentata….” disse vergognandosi un po’
“Mai sentite”
“Lo immagino… La mia preferita è Cenerentola!”
“Cenereche?”
“Cenerentola” disse sorridendo “E’ la storia di una ragazza, il cui padre muore e lei si ritrova a dover vivere con la matrigna e le sorelle che con lei si comportano malissimo, costringendola a lavorare… Lei vorrebbe andare al Gran Ballo organizzato al palazzo reale ma la matrigna glielo impedisce… Così in suo aiuto arriva una fata. La aiuta ad uscire e la veste come una vera principessa, le dice però di stare attenta e di tornare entro la mezzanotte… Lei va al ballo e si innamora del principe. Stanno tutta la serata insieme ma… poi suona la mezzanotte e lei scappa dal palazzo perdendo una delle sue scarpette di cristallo…. Ma pensandoci bene Ron non credo che a te possa interessare… scusa ti sto solo annoiando… ”
“Oh no mi interessa invece”
“Davvero?”
“Si certo. Va avanti, cosa succede dopo?” chiese sedendosi accanto a lei e mettendole una mano dietro la schiena. Hermione se ne accorse e arrossì, come lui del resto, ma non si oppose a quella vicinanza.
“Beh… Cenerentola torna a casa e l’incantesimo della fata sparisce. Il principe la cerca per tutto il reame, provando a tutte le ragazze la scarpetta che lei aveva perso. Naturalmente arriva anche a casa delle 2 sorellastre, che la provano, ma a loro non va. Quando Cenerentola scende, chiedendo di provare anche lei la scarpetta il principe acconsente: le calza a pennello… Il principe la porta al castello, si sposano e….” Hermione si bloccò, colta sa un improvviso imbarazzo.
“E?” chiese, alzando lo sguardo verso di lei, fissandola negli occhi, serio. La ragazza arrossì ancora di più “a-alla fine della storia si baciano… e visser---” non riuscì a finire la frase, perché Ron le tappò la bocca con un bacio.

***


Nel frattempo fuori dalla porta della stanza di Hermione e Ginny….
“Cosa succede? Riesci a vedere?”
“No, niente”
“Fa guardare me dai”
“No”
“Come scusa?”
“No, è il mio turno”
“Oh su….”
“Aspetta si sono baciati”
“Davvero? Fa vedere” disse appoggiandosi sulle spalle di Harry.
“No, Ginny non così mi fai cadere…. AAAAAAAAAAAAAAA”
Harry e Ginny caddero a terra uno sopra l’altra. Si guardarono per un po’ negli occhi, poi si baciarono e scoppiarono a ridere.
“Che diamine succede qui?” chiese una voce piuttosto irritata. I 2 si alzarono e si misero sull’attenti: Ron li stava guardando torvo… Alle sue spalle Hermione aveva gli occhi bassi e sembrava piuttosto imbarazzata.
“Ci stavate spiando?” chiese il rosso.
“No” mentì spudoratamente Harry.
“Ah e scommetto che noi ci dovremmo credere vero?”
“Beh… si”
“Impiccioni che non siete altro!!!” sbottò Ron
“Ma noi stavamo solo…” iniziò Ginny.
“LO SO BENISSIMO COSA STAVATE FACENDO!!!”
“Dai Ron lasciali stare” intervenne Hermione che fino a quel momento era stata zitta “l’avresti fatto anche tu se ne avessi avuto l’occasione” aggiunse.
“Si hai ragione” rispose lui e si voltò verso sua sorella e il suo migliore amico sorridendo. I 2 fecero altrettanto.
“E allora?” chiese Ginny.
“Allora cosa?” richiese Hermione noncurante
“Oh su non fare finta di niente Hermy!!!! Vi abbiamo visto mentre vi baciavate…”
Entrambi arrossirono. “Si…insomma noi…. Beh noi…” iniziò a dire Hermione.
“Vi siete messi insieme?”
La ragazza annuì. Ginny l’abbracciò.
“Oh Hermy è meraviglioso!!!!”
“Lo so” disse lei sorridendo.
“Complimenti amico” disse Harry a Ron facendogli l’occhiolino.
“EhEh grazie. E sai cosa significa questo?” chiese lui
“No, cosa?”
“Che ti toccherà ballare il valzer con Voldemort….”



CAPITOLO 3

LA LETTERA





Circa una settimana dopo il fidanzamento “ufficiale” di Ron e Hermione, tutto sembrava andare per il verso giusto: Fred e George avevano smesso di prendere in giro il fratello perché non aveva una ragazza (adesso si limitavamo a chiamarlo “Ronnuccio”), la signora Weasley non era più tanto oppressiva e il signor Weasley aveva smesso di fare i suoi esperimenti sugli oggetti babbani.
Harry, Ron, Hermione e Ginny uscivano spesso tutti insieme a Diagon Alley per stare da soli, lontano dalla vita movimentata della Tana. Ci erano andati anche quel giorno, il 15 luglio.
“Dove andiamo oggi ragazzi?” chiese Harry
“Non lo so….” rispose Ginny.
“Che ne dite di Florian Fortebraccio?”
“No Ron, è noioso, ci siamo stati l’altra volta…”
“E anche la volta prima, Ginny….” precisò Hermione
“Già”
“Beh e allora che ci facciamo qui?”
“Niente suppongo…. Direi di fare solamente un giro per oggi”
“O possiamo tornare alla Tana…”
“Anche, Ron hai ragione”
“Si è meglio oggi fa troppo caldo, non ho molta voglia di stare in giro…”
“Concordo con voi”
Così tornarono a casa. Hermione e Ginny rientrarono nella loro stanza, per sistemare le borse, intanto che i ragazzi davano da mangiare alle galline.
“Bene fatto possiamo scendere” disse Hermione.
“Ok… Aspetta un secondo, che cos’è quello?” chiese Ginny guardando verso il letto di Hermione.
La ragazza si avvicinò e prese quella che a prima vista sembrava una lettera. La porse ad Hermione che la aprì subito. C’erano scarabocchiate solo poche parole:


Sappiamo dove sei Ashley…


Il cuore di Hermione mancò di un battito. Ora era davvero nei guai. Doveva assolutamente andarsene oppure sarebbero stati in pericolo tutti quanti…. Una voce la riscosse dai suoi pensieri:
“Chi è Ashley?”. Hermione si era completamente dimenticata che Ginny era lì. Si voltò lentamente verso di lei con le lacrime agli occhi: come poteva spiegarglielo ora?
“H-Hermy che ti succede?” chiese preoccupata.
“Io…. Io devo dirti una cosa Ginny….”

***

“Ginny ti senti bene?” chiese Hermione: era da 10 minuti circa che non sembrava in grado di dire una sola parola…
“I-Io…. credo… si…”
“Non dirlo a nessuno ti prego … specialmente a Harry e Ron…”
“Ok, tranquilla”
Hermione sedette vicino a lei, stando in silenzio.
“Ora te ne andrai?” chiese dopo qualche minuto.
“Si… devo andarmene Ginny”
“Aspetta… rimani qui ancora qualche giorno… e poi qui c’è l’Ordine, giusto? Sarai più al sicuro”
“Non posso”
“Per favore…”
“No, Ginny”
“Ma così rischi che ti riprendano!!!!”
“Starò attenta”
“No Hermione!!! Non posso permetterlo. Rimani qui o appena te ne andrai lo dirò a Ron”
“Non lo faresti…”
“Scommettiamo?” In realtà Ginny non aveva alcuna intenzione di dirlo a Ron, in fondo era un segreto… Ma non poteva permettere che Hermione se ne andasse.
Ormai l’aveva messa con le spalle al muro… “D’accordo, allora rimarrò”

***

“Uffa ma dove sono?”
“Cosa vuoi che ne sappia io? Avevano detto che avrebbero poggiato le borse!!!”
“Ma la loro camera non è a Timbuctù, è al piano di sopra!!!!”
“Al posto di arrabbiarti con me Ron, che ne dici di andarle a cercare?”
“Bene andiamo”
I due ragazzi salirono le scale ed entrarono nella stanza di Ginny e Hermione spalancando la porta. Loro sussultarono e si voltarono a guardarli. Hermione, notò Ron, sembrava piuttosto scossa e pareva che avesse appena pianto “Cosa è successo?” chiese avvicinandosi. Hermione, che non si aspettava quell’entrata a sorpresa, non sapeva bene cosa rispondere. Fu Ginny ad intervenire “Oh, non è niente fratellone. Hermy ha solo sbattuto la gamba contro il comodino e si è fatta male…”
La ragazza cercò l’appoggio dell’amica “SiSi, sono stata una sciocca, e dire che è sempre stato lì” disse Hermione indicando il comodino vicino al suo letto.
“Ah ok… ma stai meglio adesso?”
“Oh certo non preoccuparti”
“Allora scendiamo?” sbottò Harry.
“Si” risposero gli altri tre in coro.

***

Le due coppie rimasero abbracciate sul divano del salotto della Tana a guardare un film babbano, Titanic, che le ragazze avevano tanto insistito per vedere. Hermione però non seguì quasi per niente la storia: continuava a pensare a quel biglietto trovato in camera sua e a Ginny. Si chiedeva come avesse preso realmente l’intera faccenda, non avrebbe mai voluto dirglielo così. Tuttavia ora si sentiva meglio perché sapeva di non esser più l’unica a dover tenere il peso di quel terribile segreto.
Istintivamente guardò Harry: forse avrebbe dovuto dirlo anche a lui…. Ma non sapeva come l’avrebbe presa. Aveva paura della sua reazione, al contrario di quella di Ron.
Come se il suo pensiero l’avesse chiamato, Ron le strinse le spalle. Hermione alzò lo sguardo su di lui: le stava sorridendo. Avvicinò le labbra alle sue e da quel momento Hermione non fu più in grado di pensare a nulla…

***

Ginny non dormì quella notte. Continuava a guardare il letto di Hermione, per assicurarsi che la sua migliore amica si trovasse ancora lì. Quello che era successo quel pomeriggio l’aveva lasciata perplessa: all’inizio era sicura che Hermione scherzasse, ma ripensando alla lettera e a quello che la ragazza le aveva detto, probabilmente si trovavano davvero tutti in pericolo… Ma non voleva che Hermione se ne andasse, di questo era certa: non avrebbe mai permesso che rischiasse la propria vita, anche a costo di dirlo a qualcuno dell’Ordine che facesse segregare la ragazza in modo da non farla scappare…
Ad un tratto si rese conto di essere sudata. Decise di scendere a rinfrescarsi un po’. Lanciò un ultimo sguardo a Hermione, addormentata “Non scapperà, mi fido di lei” pensò e si avviò alla cucina, Era tutto buio, ma per lei non era un problema: in quella casa ci era cresciuta e conosceva ogni suo spigolo a memoria. Una volta scesa intravide un ombra, che riconobbe essere quella di suo fratello “Che ci fai qui?” chiese sedendosi di fronte a lui.
“Non riuscivo a dormire” rispose Ron semplicemente.
“Neanche io”
“E così sono sceso a bere un thè ghiacciato… Ne vuoi un po’?”
“Certo grazie… Come mai non dormivi?
“Beh pensavo a Hermione”
“E’ normale direi” replicò lei con un sorrisetto malizioso.
“No, non in quel senso, stupida… pensavo… che è da qualche tempo che la vedo strana”
Ginny per poco non si lasciò sfuggire un gemito “I-In che senso?”
“C’è qualcosa che la turba ma non capisco cosa possa essere”
“OH NO HA CAPITO TUTTO!!!” pensò tra sé….
Ron la guardò “Tu sai cosa nasconde vero?”
Ginny non rispose.
“Lo immaginavo…”



CAPITOLO 4

SORPRESA!!!




Erano passati alcuni giorni e ormai Ginny aveva smesso di controllare ogni mossa di Hermione, Ron aveva smesso di preoccuparsi per lei e Harry non soffriva più di solitudine perché la sua ragazza preferiva stare con la sua migliore amica…. Si stava anche avvicinando un evento importante: il compleanno di Hermione. Come al solito, a solo un giorno dalla festa a sorpresa che avevano organizzato per lei, Ron non le aveva ancora comprato un regalo. Non che non ci avesse pensato, ovvio, ma voleva per lei qualcosa di… speciale…Andò quindi dalle uniche 2 persone che potevano aiutarlo: Harry e Ginny.
Entrò nella stanza delle ragazze ma rimase a bocca aperta. Harry e Ginny erano stesi sul letto a scambiarsi “tenerezze”, come le chiamava la signora Weasley, termine del tutto inappropriato visto quello che stava succedendo… Lui si trovava sopra di lei e le teneva ferme le braccia, mentre la baciava appassionatamente. La maglietta di Ginny era finita addirittura sopra il lampadario, mentre quella di Harry era ai piedi del ragazzo appena entrato. Ron rimase come un ebete vicino alla porta a fissarli a occhi sbarrati. Il portafoglio dove teneva la lista dei possibili regali di Hermione gli cadde di mano e cadde a terra. Non fece un rumore assordante, ma abbastanza forte da far voltare i due ragazzi per vedere cosa fosse successo… Il volto di Ginny sbiancò “R-Ron che ci fai qui?”
“Beh credo che la domanda più giusta da fare qui sia, cosa ci fai sotto il mio migliore amico… non credi?” replicò lui sarcastico.
“Andiamo Ron, non stiamo facendo niente di male…”
“Infatti” disse Ginny riprendendo un po’ di coraggio.
“Lo so…. Ma un conto è pensare che state insieme e un conto è vedervi insieme…”
Ginny, che si aspettava una reazione spropositata da parte del fratello, si rasserenò a sentire quelle parole “Quindi… non lo dirai a mamma?”
“Cavolo no!!! Vuoi farle prendere un colpo?!?! E poi non mi sembra giusto, visto che sono cose he anche io e…” si bloccò e non finì la frese, arrossendo all’inverosimile.
“Avevi bisogno di qualcosa?” chiese Ginny dopo un po’ per cambiare argomento e toglierlo dall’imbarazzo.
“Beh veramente si…. Ma è meglio vederci di sotto, almeno vi rivestite…”
“Ok” risposero i due.

***

“Allora, di cosa hai bisogno fratellone? “ chiese ginny circa 10 minuti dopo, in salotto.
“Di un regalo per Hermione”
“Ecco lo sapevo…”
“NoNo, non è come pensi stavolta… Io… ho preparato una lista di regali per lei” disse tirandola fuori dal portafoglio.
“WOW da te nn mi aspettavo una cosa del genere” disse Ginny sorridendogli “Fa vedere”
“Già incredibile vero?” replicò lui.
“La vicinanza di Hermione ti sta facendo bene direi” aggiunse Harry, facendo a Ron l’occhiolino.
Il rosso arrossì.
“Beh io punterei su un libro e un mazzo di fiori se fossi in te Ron…”
“Dici? Anche io ci avevo pensato”
“E poi nn dimentichiamoci della festa a sorpresa di domani sera…”
“Bene allora io la distraggo e la porto a Diagon Alley, intanto voi finite di organizzare ok?” disse Ron.
“Bene”
“Si ok”
“Adesso scusate ma devo andare a comprare un libro…”
“Mi aveva detto che le sarebbe piaciuto leggere un libro babbano… mi pare si chiami Hyperversum”
“Ok. Grazie Ginny”

***

La mattina dopo, quando Hermione si svegliò, trovò una bella sorpresa: sul suo letto era adagiato un mazzo di rose rosse con un biglietto


Buongiorno tesoro, buon compleanno!!!


Hermione sorrise leggendolo. Sentì il dolce profumo di quei fiori bellissimi e scese a fare colazione.
Tutti, compresi i gemelli, le fecero gli auguri di buon compleanno. Lei si sentiva semplicemente felice, niente avrebbe potuto rovinarle quella giornata, che già si prospettava perfetta..
“Oh ma dove sarà finito quel scansafatiche di Ron??” chiese la signora Weasley
“Sta dormendo” rispose Harry.
“Oh per mille folletti!!! Hermione cara ti dispiacerebbe andarlo a svegliare?”
“Certo signora”
Salì le scale ed entrò in camera di Harry e Ron.. Lentamente si avvicinò al suo letto e si fermò a guardarlo: aveva il viso rilassato, quasi come se stesse sorridendo. Rimase un po’ li a fissarlo indecisa se svegliarlo o meno, quando lui aprì gli occhi.
“Buongiorno dormiglione”
“B-Buon…….. Buongiorno” disse lui sbadigliando.
“Ho trovato le tue rose, sono bellissime!”
“Mai quanto te…”
“Grazie”
Passarono qualche minuto in silenzio a fissarsi. Poi Hermione disse “E’ meglio che ti alzi… Tua madre era già una mezza furia“
“Non voglio alzarmi”
“Dai Ron non fare il bambino!”
“Ah si? Sarei un bambino adesso?” chiese e la prese per un braccio, trascinandola sul letto con lui. Prese a farle il solletico “No Ron basta!!!!!” continuava a dire lei in preda alle risate.
“Non la smetterò finchè non mi dirai che non sono un bambino e che sono il fidanzato migliore del mondo!!!”
“OkOk ma lasciami ti prego!!!”
Ron allora la lasciò stare. Lei si voltò verso di lui e disse paino, guardandolo negli occhi “Sei davvero il ragazzo migliore del mondo Ron…”
“Anche meglio di Krum?”
“Sicuramente meglio di Krum…”
“Bacio meglio io o lui?”
“Beh non saprei…” rispose lei con fare malizioso “Credo che dovrei provare per farmi un idea…”
Ron sorrise e la baciò, per un momento il tempo si fermò. Dopo quel bacio rimasero abbracciati per diversi minuti a sussurrarsi dolci parole d’amore.
“Ragazzi non credete sia ora di scendere?” disse una voce. I due ragazzi si voltarono: Ginny li guardava sorridendo dalla porta della camera…

***
Quel pomeriggio, come previsto, Ron invitò Hermione a Diagon Alley con la scusa di stare un po’ soli… Intanto Harry e Ginny preparavano tutto per la festa. Erano stati invitati tutti: Luna, Neville, Dean, i genitori di Hermione, Tonks, Lupin, Malocchio, Hagrid…
Arrivarono le 7.55…. “Ron e Hermione dovrebbero arrivare a momenti!!!” disse Ginny elettrizzata
“Ok nascondetevi tutti, mi raccomando appena accendo la luce gridate!!!”
Iniziarono a sentirsi delle voci sul pianerottolo.
“E’ stata una giornata perfetta Ron” disse la voce di Hermione.
“E il meglio deve ancora venire…” replicò lui aprendole la porta e invitandola ad entrare.
“Che vuoi dire? Non…” si fermò quando la luce si accese improvvisamente.
“SORPRESA!!!!!!!” urlarono tutti sbucando fuori. Hermione non sapeva cosa dire, era davvero esterrefatta. Poche lacrime iniziarono a rigarle il bel volto.
“Cosa c’è Mione?” chiese Ron stupito dalla sua reazione.
“Non è niente è solo che… sono felice!!!” disse lei “Grazie a tutti, davvero, non dovevate…”
“Oh certo che dovevamo cara” disse la madre di Hermione andando ad abbracciarla “Te lo meriti”
“Grazie mamma…”
“Beh allora si mangia?” chiesero i gemelli in coro. Tutti risero.
“Si iniziamo dai”
“Aspettate!!!” li fermò Ron “Prima Hermione deve aprire i regali…”
“Giusto”
“Ok”
La ragazza ricevette moltissime cose: il libro di Ron, un elegante fermacapelli da Ginny, una scatola di gelatine Tuttigiusti +1 da Hagrid, dei vestiti dai signori Weasley… Poi si iniziò la cena. La serata fu piacevole e tutti si divertirono. Hermione andò a letto sfinita, ma entusiasta di quella giornata.



CAPITOLO 5

UN GIORNO DA SOLE ALLA TANA…




Era passata una settimana dal compleanno di Hermione. Lei era sempre più felice e ormai non pensava più al famoso biglietto ricevuto poco tempo prima. Purtroppo un giorno ci pensò Ginny a ricordarglielo…
“Dovresti bruciarlo”
“Come?” chiese Hermione che non aveva ascoltato Ginny perché stava leggendo il suo nuovo libro.
“Il biglietto” disse lei porgendo quest’ultimo all’altra ragazza “dovresti bruciarlo, potrebbe trovarlo qualcuno dell’Ordine qui”
“Oh… E’ vero hai ragione non ci avevo pensato” rispose lei evitando accuratamente di guardarlo, sembrava che quel biglietto da solo riuscisse a farle dimenticare tutti i momenti felici di quegli ultimi giorni…
“Puoi… Puoi farlo tu?” chiese a Ginny
“Non posso, non sono maggiorenne, non posso usare la magia fuori da scuola…”
“Ah è vero… Beh allora… Incendio!!!” disse forte e il biglietto prese fuoco. Hermione lo lasciò cadere a terra a bruciare, guardava le fiamme che piano piano lo consumavano e si portavano via tutte le sue speranze di felicità e serenità…
“Ginny?”
“Dimmi Hermy”
“Secondo te dovrei dirlo ai ragazzi?”
“Sinceramente? Credo di si, dovrai farlo prima o poi”
“Preferisco poi”
“Ma…”
“No Ginny, non sono ancora pronta e tu mi hai promesso di non farne parola”
“La scelta è tua Hermione” disse infine Ginny con un sospiro.

***

Un paio di giorni dopo quella discussione, le ragazze rimasero a casa da sole: Harry insieme a tutti i fratelli Weasley, era andato a vedere una gara automobilistica (Ron era eccitatissimo!!!!), Molly era andata a Hogsmeade, vicino Hogwarts a prendere alcuni ingredienti rari e fondamentali per le pozioni insieme al signor Weasley…
Hermione e Ginny stavano sedute in salotto: la prima leggeva, come al solito, mentre l’altra finiva ai compiti di trasfigurazione. Naturalmente dopo molto tempo passato sui libri, Ginny si annoiò.
“Uff basta non ce la faccio +!”
“Ti manca ancora molto?”
“No, trasfigurazione è finita, adesso mi manca solo la relazione per Ruf sulle guerre tra i giganti”
“Beh contando che all’inizio della scuola manca ancora molto sei a buon punto no?”
“Si… il fatto è che adesso come adesso non ho + voglia di studiare…. Ti va di guardare un film?”
“Certo!”
“Troy?” chiese speranzosa la rossa.
“Sei fissata con qual film!” la perse in giro Hermione, Ginny arrossì.
“Beh sai c’è Paride… è molto carino…”
“Concordo!!”
“Se ci sentissero Harry e Ron…” entrambe scoppiarono a ridere.
“Ok allora tu vai di sopra a prendere il film, è nella mia valigia ultima tasca a destra, io intanto faccio i pop-corn”
“Bene!!!”
Circa un quarto d’ora dopo, le ragazze erano già sedute sul divano a guardare il film. Quando il bel Paride entrò in scena Ginny lanciò un piccolo urletto eccitato “Oh che bello! Ma lo vedi?”. Hermione le sorrise “Si Gin lo vedo”
Ad un tratto sentirono un forte rumore provenire da fuori…
“Cos’è stato?” chiese Hermione spaventata. Ginny si limitò ad alzare le spalle, altrettanto preoccupata. La riccia tirò fuori la bacchetta “Vado a vedere” sussurrò.
“Fa attenzione” la ammonì la rossa. Hermione annuì e si avviò verso la porta sul retro, dalla quale provenivano quegli strani rumori… Non c’era nessuno.
“HERMIONE!!!!!!!!!!!!!” le urla di Ginny raggiunsero le orecchie della ragazza che si precipitò a vedere cosa fosse successo. Si bloccò all’entrata della stanza, tenendo gli occhi sbarrati ed il cuore cominciò a batterle fortissimo: un Mangiamorte aveva catturato la sua migliore amica e le teneva la bacchetta puntata sul collo…
“Eccoti Ashley” disse il Mangiamorte con voce profonda “cominciavo a temere che non ci fossi”
Hermione lo fissava attonita “La-Lasciala andare”
L’uomo rise “Non ci penso neanche”
“Che cosa vuoi?”
“Te mi cara” Hermione rimase zatta “Vieni con me senza opporre resistenza e io lascio andare questa bella streghetta”
“HERMIONE NON FARLO!!!” urlò Ginny.
“ZITTA!!!!!” le gridò il Mangiamorte, tirandole uno schiaffo.
“NO! Lasciala, lei non centra…. Verrò con te…”
“Hermione no!!!”
“Saggia decisione” disse lasciando andare Ginny e avvicinandosi alla ragazza “Vogliamo andare?”
La prese per un braccio e aprì con la bacchetta un varco.
“HERMIONE!!!” urlò Ginny supplicante cercando di farle cambiare idea.
“Non ti avevo detto di tacere stupida ragazzina? STUPFICIUM!!!” disse e Ginny venne schiantata dall’altra parte della stanza.
“GINNY!!!!” gridò Hermione cercando di liberarsi dalla stretta dell’uomo con le lacrime agli occhi “Lasciami brutto stronzo, LASCIAMI!!!”
“Ormai per lei è finita” rispose lui con n sorrisetto malefico in volto, e probabilmente aveva ragione: Ginny giaceva a terra col sangue che lentamente dalla testa scorreva sporcando il pavimento.
“SEI UN MOSTRO!!!”
“Grazie” rispose lui “E ora ANDIAMO”. La trascinò nel varco e sparirono entrambi.

***

Harry e Ron tornarono presto dalla gara, gli altri si erano fermati a comprare qualche souvenir per ricordare quel giorno. Arrivarono alla Tana e notarono subito che qualcosa non andava: la porta era socchiusa. Entrarono lentamente cercando di non fare rumore col cuore in gola sperando che non fosse successo niente alle ragazza. Il loro cuore quasi si fermò definitivamente quando scorsero una figura accasciata a terra…. Aveva dei lunghi capelli rossi…
“GINNY” urlarono entrambi correndo verso di lei.
Harry le sentì il cuore “E’ solo svenuta” disse sollevato.
“Guarda qui!!” disse Ron indicando la testa della ragazza, con quella poca luce non si era accorto della macchia di sangue.
“Dobbiamo guarirla subito….” replicò l’altro e provò a borbottare veloce qualche incantesimo di guarigione. Fortunatamente la ferita era poco profonda e per questo guarì quasi subito.
“Bene adesso è fuori pericolo” decretò Harry girandosi verso Ron, ma lui non lo ascoltava, con il volto pallido si guardava intorno come smarrito… “Ron che succede?”
“Do-Dov’è Hermione?”
***

Ginny riaprì lentamente gli occhi. Prima di tutto cercò di capire dove si trovasse e di chi fossero le voci che sentiva… “Harry?” chiese in un sussurro
“Sono qui Gin”
“Ron?”
“Sta cercando Hermione...”
“Hermione!!!” esclamò Ginny saltando in piedi.
“Cosa le è successo?” chiese Ron entrando dalla porta della camera, con la bacchetta stretta in pugno.
“U-Un Mangiamorte l’ha rapita…”
“COSA?!?!?!” chiesero in coro i due ragazzi.
“Ci ha attaccate mentre eravamo in casa da sole”
“E tu stai bene?” chiese Harry.
“Si…”
“Sai dove l’ha portata?” la voce di Ron suonava quasi irritata.
Ginny rimase in silenzio. Naturalmente sapeva dove il Mangiamorte aveva portato Hermione, ma non sapeva se dirlo o no ai ragazzi.
“C’entra col suo segreto vero? E’ per questo che era così triste?” indagò Ron.
“Io….”
“Se lo sai devi dircelo” disse Harry.
Lei non sapeva che fare e rimase ancora in silenzio.
“GINNY” disse Ron prendendola per le spalle e iniziando a scuoterla “DIMMI CHE COSA CI STAVA NASCONDENDO!!!”
Harry non sapeva cosa fare: voleva fermare Ron, dirgli di smetterla di urlare a Ginny in quel modo ma stavolta non poteva dargli torto: dovevano sapere dove si trovava Hermione e solo sapendo il suo segreto avrebbero potuto scoprirlo…
Ginny intanto fissava Ron allibita, spaventata dalla sua reazione, solo quando lo guardò negli occhi si decise a parlare…
“Hermione è la figlia di Voldemort…..”


CAPITOLO 6

DI NUOVO A CASA



“LASCIAMI STARE!!!”
“Sei alquanto noiosa sai? Ripeti la stessa frase da quando siamo partiti…”
“Forse perché voglio che mi lasci andare?”
“Calmati non scaldarti tanto, siamo arrivati”
Il varco aperto dal Mangiamorte li aveva portati in una casa, enorme e buia. Hermione venne condotta in una stanza altrettanto cupa e vi venne chiusa dentro.
“FAMMI USCIRE DA QUI!!!!!” urlò lei ma come si aspettava non venne nessuna risposta. Iniziò a guardarsi attorno cercando una via d’uscita ma sapeva che non l’avrebbe trovata: quella camera, la sua camera, era a prova di fuga. Udì un rumore alle sue spalle, la maniglia della porta si abbassò ed entrò l’ultima persona che Hermione avrebbe voluto vedere in quel momento: Bellatrix Lestrange.
“Ciao piccola cara”
Hermione non proferì parola.
“Ti ho portato questo” disse porgendole un lungo abito nero da strega “Il Signore Oscuro vorrebbe che tu lo indossassi”
Hermione prese le vesti “Da quando sei così mielosa con me? Non mi pare che ti stessi così simpatica quando un paio di anni fa hai cercato di uccidermi”
“Semplicemente perché ancora non sapevo chi tu fossi…. Ci hai fatto penare molto per trovarti piccola Ashley” replicò lei sempre con una voce non-da-Bellatrix “Ti aspettiamo di sotto per cenare”
“Non ho fame”
“Non ha importanza, tuo padre vuole vederti”
“E io non voglio vedere lui”
“Come? Ma ti rendi conto di quello che dici stupida ragazzina?” chiese lei iniziando a riprendere i suoi toni normali “Tu scenderai, dovessi portarti di sotto di peso!!!!”
Sembrava iniziare perdere la pazienza e Hermione decise di non irritarla oltre “D’accordo, scenderò”
“Bene” rispose lei soddisfatta e se ne andò.

***

“Che cosa????” chiesero Harry e Ron in coro a Ginny.
“Mi avete sentito benissimo”
“Ma…. Come?”
“Non ha idea di chi sia sua madre, ma Voldemort è di certo suo padre. Dopo la sua sconfitta, Silente ha affidato Ashley alle cure di due genitori babbani….”
“Ashley?”
“Si Hermione è il suo secondo nome”
“E come fa a sapere che Voldemort è suo padre?”
“Silente le ha rivelato tutto al quarto anno”
“Deve essere stato un colpo terribile”
“Di sicuro! Certo lei sapeva di essere stata adottata, ma non si sarebbe mai aspettata questo”
Mentre Harry e Ginny parlavano, Ron rimase in silenzio a fissare la finestra.
“Ron che ti prende?”
Si volò verso Ginny.
“Per-Perché non ci ha detto niente…..”
“Aveva paura della vostra reazione…”
“Mi ha mentito”
“No, questo mai. Non su quello che prova per te almeno. Secondo te per lei è stato facile convivere con questo peso?”
Ron rimase zitto.
“Appunto” replicò Ginny “Ha sbagliato lo ammetto e forse anche io avrei dovuto dirvelo ma ormai non possiamo più farci niente”
Dopo qualche minuto di silenzio Ron parlò “Dobbiamo trovarla….”
“Giusto!!!” esclamò Harry alzandosi in piedi “Dove possono esser andati?”
“A Villa Riddle suppongo….”
“Bene allora andremo lì” decretò Ron.
“Ok andiamo!” disse Ginny alzandosi.
“Tu non vieni!” replicò Ron
“Ma….”
“Niente ma, non permetterò che anche tu rischi la vita”
“Harry!” disse Ginny supplicante voltandosi verso il suo ragazzo.
“Mi dispiace Ginny ma credo che Ron abbia ragione”.
“NO! Io non rimarrò qui ad aspettare che voi vi facciate ammazzare!!! E’ pericoloso per voi quanto per me”
“Tu non ti muoverai da qui, a costo di legarti ad una sedia e immobilizzarti” disse Ron con un tono che non ammetteva repliche.
Ginny ormai aveva gli occhi pieni di lacrime “HERMIONE E’ MIA AMICA!!!!! DEVO VENIRE CON VOI A SALVARLA”
“ No, non devi” le disse Harry.
“Qui non stiamo giocando Ginny! E poi cos’hai intenzione di fare? Seguirci e combattere? Non puoi neanche usare la magia….” le fece notare Ron.
Ginny sembrò farsene una ragione “Almeno chiamate qualcuno dell’Ordine” disse “Mi sentirò più sicura se so che non sarete soli”
“E’ ovvio che non andremo da soli….”
“Infatti. Vado a chiamare Lupin e gli altri” disse Ron e velocemente si dileguò.

***

Hermione si cambiò con riluttanza come le era stato richiesto. Doveva però ammettere che quell’abito le stava proprio bene. La porta si aprì di nuovo ma stavolta entrò nella stanza una vera sorpresa: Draco Malfoy. Hermione lo guardò allibita “T-Tu?”
“Esatto Granger. O dovrei dire Riddle?” replicò il biondo con un sorrisetto beffardo “Sono venuto a prenderti per portarti di sotto”
“Oh, ma come sei gentile”
“Fossi in te non fare così la sarcastica con me…”
“Cosa vuoi dire?”
“Tutto a tempo debito. Allora vieni?” chiese porgendole il braccio. Hermione lo prese di controvoglia e insieme di uscirono dalla stanza.
Camminarono per circa 5 minuti rimanendo in silenzio. Hermione era nervosissima: fino a prova contraria stava andando ad incontrare suo padre….
Draco ogni tanto guardava la ragazza accanto a lui: era cambiata molto da quando l’aveva vista la prima volta sul treno per Hogwarts. Ora era una ragazza, una donna quasi. Non aveva mai pensato a lei in quel modo, ma semplicemente come ad una sporca mezzosangue….
“Eccoci, siamo arrivati” disse appena giunsero davanti ad un’enorme porta.
Hermione non riusciva più a muoversi, aveva i piedi come piantati a terra. Draco si accorse della sua tensione “Tutto bene?”
La ragazza annuì, stringendogli istintivamente il braccio ed insieme entrarono.
Nella stanza c’erano una decina di persone sedute lungo una grande tavola, al capo della quale sedeva un uomo, se così poteva essere definito. Aveva la pelle grigiastra, il naso schiacciato, gli occhi di un intenso azzurro acceso. Tutte caratteristiche che lo rendevano simile ad un rettile troppo cresciuto.
Draco le lasciò il braccio e si sedette vicino ad un altro ragazzo che Hermione riconobbe come Blaise Zabini. Rimase ferma sul posto per qualche minuto fino a quando Voldemort stesso non le si avvicinò. Iniziò a girarle intorno, osservandola attentamente, come un avvoltoio. Quello sguardo la irritava e non poco, ma si impose di restare calma….
“Non posso crederci” disse ad una tratto la profonda voce di Voldemort.
Hermione gli lanciò un rapido sguardo interrogativo.
“Le somigli tantissimo….”
“A-A chi?” chiese la ragazza.
“A tua madre”
Quelle parole l’avevano colpita come…. beh come un sacco di cose possono colpirti…. una strana sensazione la pervase…. possibile che…. che stesse provando affetto verso Voldemort? Verso la stessa persona che aveva ucciso i genitori di Harry? Colui che aveva ordinato l’uccisione di Silente? Il più grande mago oscuro di tutti i tempi? Una voce la riscosse dai suoi pensieri:
“Siediti”
“Io….”
“Avanti non ti mangio mica”
“Non ne sarei così tanto sicura…”
Voldemort rise “Avete sentito ragazzi? Lei ha paura che io le faccia del male” anche gli altri Mangiamorte risero, Malfoy e Zabini compresi.
“E’ una paura fondata” replicò lei.
“Beh non mi dai altra scelta” disse lui e con un gesto della bacchetta, Hermione si ritrovò seduta al tavolo, alla destra di Voldemort. “Tutto questo è così assurdo…” pensò la ragazza tra sé.
“Allora Ashley…” iniziò a dire Voldemort.
“Hermione” lo corresse lei acida.
Lui inarcò un sopracciglio (domanda: ma voldy ha le sopracciglia? Se no scusate ma avrete capito cosa intendo con questa espressione…) “Il tuo nome è Ashley”
“Grazie tante ma preferisco continuare a chiamarmi Hermione”
“Credo di poter chiamare come voglio mia figlia”
“Io non sono tua figlia!!!” replicò lei alzando la voce.
Voldemort le diede un sonoro schiaffo “Si che lo sei, come ben sai. E non accetterò un'altra risposta del genere da te, sono stato chiaro?!?!?!”
Hermione non rispose.
“Ripeto, forse non mi hai sentito: SONO STATO CHIARO?!?!?”
“Si” disse lei in un sussurro.
“Molto bene. Adesso possiamo iniziare la cena”

***

Da poco più di un’ora ormai tutto l’Ordine della Fenice si trovava riunito alla Tana. La Signora Weasley continuava a darsi la colpa per quello che era successo “S-Se noi non fossimo usciti…” piagnucolava appoggiata sulla spalla del marito.
“Sarebbero venuti a prenderla in un altro momento” cercava di consolarla lui “Non avremmo potuto cmq fare niente”
“Povera cara”
“Lo so Molly, lo so”
Neanche i gemelli riuscivano a fare le loro solite battute. L’atmosfera era molto tesa. Ad un tratto parlò Lupin:
“Dobbiamo agire in fretta, portarla via dalla villa prima che sia troppo tardi”
“Che vuol dire troppo tardi?” chiese Ron preoccupato.
“Beh se quello che ci avete raccontato è vero potrebbe anche essere marchiata come Mangiamorte, anche contro la sua volontà. Voldemort ha poteri enormi e non escludo che le possa fare qualche incantesimo oscuro per farle perdere la memoria, o peggio….”
“No, non posso permettere che lo facciano! Dovessi uccidere Voldemort con le mie mani!”
“Propongo di organizzare tutto anche per la prossima settimana….” disse Malocchio.
“Concordo”
“Si è la cosa migliore” si aggiunse Tonks.
“LA PROSSIMA SETTIMANA? MA DICO VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?”
“Ron calmati” lo ammonì Ginny
“Calmarmi? CALMARMI? NO CHE NON MI CALMO!!!! SE NON L’AVRESTE ANCORA CAPITO C’E’ LA MIA RAGAZZA IN QUELLA VILLA CON VOLDEMORT!!!!”
Harry prese Ron per le spalle per cercare di fermare la sua furia “Fermo, stai fermo!”
Ma Ron non lo ascoltava, continuava ad urlare contro Lupin e gli altri dell’Ordine…. Fu Malocchio ad intervenire: lo bloccò e iniziò ad urlare a sua volta “MA COSA CREDI RAGAZZO CHE SIA FACILE ORGANIZZARE UN ATTACCO COSI’, SU DUE PIEDI????? RICORDA: VIGILANZA COSTANTE!”. A quelle parole Ron si fermò definitivamente per ascoltare le parole di Moody “Non possiamo giungere lì impreparati. Potremmo non farcela e sarebbe un inutile spreco di uomini. Senza contare che lui potrebbe farle del male solo per aver tentato di salvarla…”. Il volto di Ron divenne improvvisamente pallido “Voglio salvarla il più presto possibile…”
“Lo so ragazzo, ma non temere si tratta solo di una settimana”
“Sono certa che andrà tutto bene” disse Ginny incoraggiante.
“Si, hai ragione Ginny. Scusate ma non mi sento bene. Vado fuori a prendere un po’ d’aria”.
Ron uscì sul terrazzo. Guardava il cielo stellato. Non riusciva a pensare ad altro che a lei.
“Una settimana, tra una settimana potrò riabbracciarti…..”



CAPITOLO 7

VILLA RIDDLE




Erano passati due giorni da quando Hermione si trovava a Villa Riddle. Rimaneva sempre chiusa nella sua stanza, uscendo solo per mangiare. Era praticamente una prigioniera o meglio lei si sentiva tale. Aveva parlato poco con Voldemort, anzi praticamente nemmeno si guardavano. Cercava di farla stare a suo agio, senza successo naturalmente. Non riusciva a pensare ad altro che a Ron e gli altri, si chiedeva se Ginny aveva raccontato a loro tutto quello che era successo…. “Ormai lo sapranno di sicuro” pensava; stranamente però la cosa non la preoccupava più di tanto perché questo poteva solo significare che stavano tentando di salvarla…. Era talmente immersa nei suoi pensieri che non sentì nemmeno che stavano bussando alla porta…

***

Draco si stava ormai spazientendo: erano 10 minuti che bussava alla sua porta ma non riceveva risposta. Un dubbio ad un tratto occupò i suoi pensieri “Che sia scappata?”. Entrò nella stanza spalancando la porta. La ragazza che era seduta sul letto sussultò e si voltò spaventata
“Che ci fai qui?” le chiese lui
“E’ la mia camera Malfoy…” rispose lei tranquillamente, in fondo era una cosa ovvia…
“Già io… scusa”
Scusa? Da quando Malfoy chiedeva scusa alla Granger?
“Non importa” disse lei senza però riuscire a nascondere la sorpresa.
Rimasero a guardarsi per qualche momento…
“Come mai sei qui?” chiese Hermione infine.
“Devo farti vedere una cosa. Un posto per essere più precisi” la prese per il braccio e la portò fuori dalla stanza, attraverso lunghi corridoi e rampe di scale.
“Dove mi porti?” chiese la ragazza allarmata.
“Te l’ho detto, in un posto… Smettila di cercare di resistere, tanto non ci riesci…”
Da quel momento rimasero in silenzio. Il ragazzo continuò a portarla in giro per il castello fino a quando non giunsero in un sotterraneo….
“Che ci facciamo qui?”
“Taci e chiudi gli occhi”
“Vuoi scherzare spero”
“Non ti fidi di me?”
“No affatto! Dammi un buon motivo per farlo!”
Draco parve pensarci un attimo “Beh se nn chiudi gli occhi tu dovrò legarti con una benda… dai sai bene che alla fine vincerei io, tu non hai nemmeno la bacchetta…”
Hermione, nonostante la paura si fece coraggio e chiuse gli occhi come lui le aveva detto. Il biondo la prese per mano: era la prima volta che lo faceva, notò lei. La ragazza sentì uno strano bisbiglio e poi quello che sembrava l’aprirsi di una porta…

***

Dalle 7 di quella mattina, alla Tana, due figure erano piegate su mappe e fogli di carta…. Ginny li osservava tranquilla e in silenzio, per non disturbarli. Le dispiaceva non poter essere utile in qualche modo così decise di andare a preparare ai 2 ragazzi qualcosa da bere e mangiare. Poco dopo tornò in salotto con un vassoio di biscotti e tre tazze di thè fumante.
“Cibo!!!” esultò Harry gettandosi sui biscotti “Sei grande tesoro”
“Beh o solo pensato che voleste qualcosa da metter sotto i denti… sono due giorni che state lavorando incessantemente a quel piano” disse Ginny
“Hai pensato bene!” replicò Ron “Ho una fame da lupi, grazie”
“Siete a buon punto?” si informò lei.
Harry e Ron si guardarono. Lo sguardo del rosso si fece improvvisamente triste. Ginny si volse verso il suo ragazzo con aria interrogativa.
“Siamo ancora in alto mare” spiegò lui “Non abbiamo idea di come entrare, né di come uscirne…”
“…vivi…” concluse Ginny per lui cercando di non mostrarsi per niente preoccupata “Cosa dicono quelli dell’Ordine?”
“Che probabilmente ci vorrà più tempo del previsto…” rispose lui lanciando uno sguardo preoccupato in direzione di Ron “dicono che se dobbiamo entrare lì dentro dovremmo essere sicuri si portarla fuori da quel posto…”
“Ce la farete!” disse Ginny convinta “Io mi fido di voi e sono certa che anche per Hermione è lo stesso” aggiunse sorridendo.
“Ovvio che ce la faremo! Vero Ron?”
All’inizio lui non rispose, poi sembrò tornare in sé e sorrise “Si certamente! Non ho intenzione di lasciare Hermione in quel postaccio…”

***

“Posso aprire gli occhi ora?”
“Non ancora”
“Uffa ma saremo qui da 10 minuti! Non puoi pretendere che rimanga così in eterno Malfoy…”
“Oh taci!! Ecco adesso puoi aprirli”
Hermione aprì gli occhi e per un momento si sentì svenire: si trovava in una biblioteca enorme, colma di scaffali pieni di libri… Draco aveva appena trovato il suo punto debole. La ragazza si voltò verso di lui a guardarlo estasiata, come una bambina andata per la prima volta al luna park…
“Io.... Beh ho scoperto questo posto qualche tempo fa e visto che io non sono uno che legge molto…. Si insomma ho pensato che magari potesse interessare a te…” disse lui.
“E’ stato un bel pensiero da parte tua” disse Hermione sorridendo. Per un attimo anche Draco sembrò ricambiare il suo sorriso… “Qui c’è di tutto: libri di magia oscura, libri di magia legale e persino romanzi babbani” continuò.
“Addirittura?”
“Si”
“Wow questo posto è bellissimo! Adesso si che posso fare qualcosa durante la giornata!”
“Sei felice?”
“Come?” chiese Hermione che aveva già trovato un libro da leggere e quindi era in un altro mondo.
“Qui… Sei felice?” ripetè il ragazzo. Il volto di lei cambiò d’un tratto.
“Non potrò mai essere felice in questo posto…” rispose tristemente.
“Perché no?” chiese Draco.
“Da quando ti interessa la mia felicità Malfoy?”
Lui rimase zitto, in fondo lei aveva ragione: da quando gli interessava? Non seppe darsi una risposta. ‘No che non mi interessa!’ pensò tra sé ‘per me rimane solo una sporca mezzosangue ’
“Non mi interessa infatti!” replicò ad alta voce.
“E allora perché lo chiedi?”
“Lascia stare” disse irritato e se ne andò, lasciandola sola in quella libreria….

***

Voldemort camminava avanti e indietro in una grande stanza buia. Accanto a lui una donna, dai capelli corvini lo guardava agitarsi. Il discendente di Salazar Serpeverde si voltò verso di lei.
“Conviene per te che tu non mi stia prendendo in giro Oracolo”
“Non oserei mai mio Signore” disse la donna
“Dovrò continuare a tenerla qui allora… Sei certa che non ci sia un rimedio?”
“No mio Signore. Siete in pericolo entrambi”
“Pensavo che stando alla villa la situazione si sarebbe sistemata”
“Non basta averla vicino per essere immuni. Il vostro legame è indissolubile, molto più forte semplice legame di sangue e anche più pericoloso”
“Devo far si che passi dalla mia parte…. E’ l’unico modo. Ma come?” chiese voltandosi verso l’Oracolo.
“Io un piano ce l’avrei” rispose la donna con un sorriso perfido…

***

Hermione tornò nella sua stanza molto tardi. Guardò fuori dalla finestra: era già buio… Saranno state le 7 o le 8 di sera… Qualcuno bussò alla porta. “Appena in tempo” pensò lei “Chi è?” chiese
“Ashley è pronta la cena” rispose la voce di Bellatrix “Tuo padre ha una sorpresa per te” aggiunse con voce appassionata.
“Scendo subito”
Si preparò in fretta e furia e andò nella grande sala dove, come sapeva bene, l’attendevano suo padre e i suoi mangiamorte…. Infatti erano tutti lì: Draco con i suoi genitori, Zabini, Travers, Bellatrix, Minus….
“Oh eccola qui!” disse Voldemort quando la vide entrare “Ci siamo tutti, possiamo cominciare” Alla fine della cena la faccia da serpe si alzò, battendo delicatamente la forchetta sul bicchiere. Quel gesto attirò l’attenzione di tutti, Hermione compresa.
“Bene signori, come avevo già anticipato ad alcuni di voi” esordì guardando in particolare la ragazza “questa sera ho qualcosa da dirvi… Sono lieto di annunciare che presto due delle più grandi dinastie di maghi si uniranno! Il giovane Malfoy ha chiesto in sposa mia figlia Ashley”
Hermione si sentì gelare il sangue nelle vene MATRIMONIO??? Ma cosa stava succedendo al mondo? Non bastava essere la figlia del più grande mago oscuro di tutti i tempi, no…. Mancava giusto il matrimonio con un Malfoy a renderle al vita un inferno… Era per questo che si mostrava così gentile con lei? Che si preoccupava? Tutto per alla fine sposarla? Si voltò verso il ragazzo decisa a strozzarlo ma guardandolo rimase sbigottita: Draco sembrava ancora più stupito di lei, aveva il volto pallido come uno spettro, la bocca semispalancata e gli occhi stralunati. Continuava a passare lo sguardo da sua madre a suo padre che, al contrario di lui, erano felici come non mai. Gli occhi di Bellatrix si illuminarono letteralmente. Era un’immagine buffa, nel complesso, ma che dimostrava una cosa: neanche Draco sapeva di quel matrimonio combinato…..



CAPITOLO 8

LA PORTA DEL TEMPO





Dopo che Draco le aveva mostrato la biblioteca, Hermione aveva preso l’abitudine di girovagare per la villa, sicura che nessuno glielo avrebbe impedito. Erano passati ormai 6 giorni dal suo arrivo lì. La faccenda del matrimonio l’aveva davvero sconvolta, tuttavia sapeva di non avere via di scampo. Non aveva ancora avuto occasione di parlarne con Draco che, da quella sera, non aveva più visto… Aveva deciso di cercare informazioni utili sui piani di suo padre… ancora non si era abituata a quella situazione così strana e assurda. Ad un tratto vide una porta, stranamente aperta. Vinta dalla curiosità entrò….

***

“Allora ci siamo?” chiese Ron serio, con una tranquillità innaturale.
“Quasi” rispose Lupin.
“Come sarebbe a dire QUASI?”
“Ron stai calmo” lo ammonì Ginny. In quel periodo Ron rispondeva male a tutti e si inalberava subito per niente. Era suo compito e di Harry troncare le sue isterie sul nascere.
“IO NON STO CALMO!”
“Ehy! Non risponderle così” intervenne Harry.
“E’ MIA SORELLA!!! AVRO’ IL DIRITTO DI RISPONDERLE COME VOGLIO O NO???”
Ginny chiuse gli occhi e sospirò. A volte Ron si comportava come un bambino… “Senti tu” disse cercando in tutti i modi di rimanere il più tranquilla possibile, puntandogli l’indice sul petto “Devi smetterla, capito? SMET-TER-LA!!! Non puoi continuare a fare così, a trattarci come se fossimo degli idioti. Non so se te ne sei accorto, ma TU NON SEI L’UNICO AD ESSERE PREOCCUPATO PER HERMIONE! Smettila di fare la vittima. Sai bene che ognuno di noi, Lupin per primo, sta dando il massimo per cercare di salvarla. Non puoi comportarti come se tu fossi l’unico che tiene veramente a lei, è la mia migliore amica da anni! Puoi essere distrutto quanto vuoi, nessuno te lo impedisce, basta che ti rendi conto di non essere l’unico!!! Qui siamo tutti sulla stessa barca, A TUTTI HERMIONE MANCA!!! Quindi smettila di fare l’egoista e pensa un po’ anche a noi, che oltre a soffrire per la sua assenza dobbiamo anche sopportare le tue isterie!!!”
Uno sfogo… Era la prima volta, da quando Hermione se ne era andata, che Ginny tirava fuori tutto quello che aveva dentro, tutto il suo dolore… Si era imposta di essere forte, più che altro per Ron, che sembrava quello che ne aveva sofferto di più. Quella volta però non ci era riuscita, non si era trattenuta dopotutto anche lei aveva bisogno di dirlo a qualcuno…. Con le lacrime agli occhi si precipitò fuori dalla stanza, diretta verso il giardino.
“Sei proprio un idiota Ron” disse Harry seguendola fuori.

***

Hermione non credeva ai propri occhi. La stanza in cui era entrata era completamente vuota. Al centro della parete in fondo vi si trovava una specie di grande armadio, completamente nero. Sul pomello c’erano incise poche parole TIME’S DOOR…
“La porta dl tempo..” sussurrò la ragazza. Inaspettatamente alle sue parole le ante dell’armadio si aprirono. Hermione guardava al duo interno a bocca spalancata, senza saper cosa fare. L’apertura dava su quello che sembrava l’interno di un castello. Dopo molti tentennamenti si decise ad entrare…


***
“Stai bene?”
“Per niente”
“Sai com’è fatto, soffre molto”
“Anche io sto soffrendo molto! E anche tu Harry, non negarlo”
“No, infatti. Non lo nego. Ma Ginny cerca di capirlo, è la sua ragazza….”
“A me non interessa un fico secco! Per me Hermione è diventata come una sorella, non riesco più a sopportare il suo comportamento!”
“Lo so e concordo con te, credo solo che sia necessario dargli un’attenuante non credi? In fondo io riesco a capire quello che prova… se fosse successo a te….”
Ginny si voltò a guardarlo. Il volto di Harry si era fatto incredibilmente serio, i suoi occhi blu erano velati da quelle che sembravano lacrime… Quella visione le intenerì il cuore, ora riusciva a capire quello che voleva dire… Se al posto di Hermione ci fosse stato Harry probabilmente lei sarebbe distrutta… “Hai ragione…” disse “Credi che dovrei cercarlo e parlargli?”
“No questo no, direi che per una volta potrebbe anche smuoversi un po’ e capire i suoi errori da solo” rispose lui sorridendo. Ginny annuì e si abbracciarono.

***

Hermione aveva attraversato il portale e ora si trovava in un posto che conosceva fin troppo bene… HOGWARTS. Si trovava nel cortile di trasfigurazione, in quel momento deserto…. “Che sia una specie di collegamento? Come una passaporta?” si chiese sempre più stupita. Girò per la scuola quando trovò un paio di studenti, mai visti, che portavano i colori di grifondoro. “Ragazzi potreste dirmi che succede?”. I ragazzi la ignorarono “Ehi mi sentite?” chiese alzando la voce, I due fecero finta di niente. Non riusciva a capire perché si comportassero in quel modo, quando ad un tratto si ricordò di quello che Harry le aveva detto a proposito del pensatoio di Silente… “Mi sentivo strano, vedevo tutti, ma nessuno poteva vedere me... era come se parlare da solo, loro non potevano sentirmi…” Che stesse succedendo la stessa cosa a lei? Si trovava in una specie di grande pensatoio? Ma come ci era finita? E soprattutto… come poteva uscirne? Iniziò a vagare per il castello, cercando di dare una risposta a queste sue domande… Arrivò al lago, dove notò una studentessa, di grifondoro, dai lunghi capelli castani e ricci, seduta all’ombra di un albero, lo stesso albero dove lei solitamente stava a leggere un buon libro. In quella ragazza Hermione trovava qualcosa di famigliare, credeva di averla già vista, ma non sapeva dire dove… Lei sembrava assorta, sognante. Guardava il lago, lanciando un sospiro ogni tanto, con la testa appoggiata al tronco. Una voce profonda fece sobbalzare entrambe “Sapevo di trovarti qui Ashley” Per un attimo ad Hermione mancò il fiato, credette che quel ragazzo l’avesse vista, riconosciuta… Le ci volle qualche secondo per rendersi conto che lui si stava rivolgendo alla ragazza seduta sotto l’albero… “Tom” disse lei gettandogli le braccia al collo
“Non qui!” esclamò lui, lanciando uno sguardo preoccupato a due studenti di tassorosso che passavano lì vicino.
“Scusa hai ragione, mi dispiace, è che… non ti vedo da molto tempo”
“Riddle, Carson” disse ad un tratto una voce calma “Non dovreste essere a lezione?”
Hermione trattenne il fiato: il bel ragazzo, dai lineamenti delicati era Tom Riddle, Voldemort, suo padre… Questo vuol dire che la ragazza era probabilmente… sua madre… “Ashley Carson...” continuava a ripetersi quel nome nella mente per ricordarlo.
“Professor Silente!” disse la ragazza tirandosi indietro “Si noi… Mi dispiace professore, non succederà più” aggiunse e lanciando uno sguardo al ragazzo se ne andò. I due, il ragazzo e il professore rimasero soli. Dopo qualche minuto di silenzio, Tom Riddle se ne andò…

***

Ginny rientrò e salì le scale, diretta alla sua camera, passò davanti a quella di Harry e Ron… Dalla porta uscì il suono di un singhiozzo soffocato. Non riuscì a trattenersi, entrò… La stanza era immersa nel buio, Ron era steso sul letto, ogni tanto il suo corpo veniva scosso da un singhiozzo. Ginny gli si avvicinò “Ehi fratellone” sussurrò accarezzandogli i capelli. “Ginny!” disse lui sobbalzando e sedendosi sul letto “Io… non stavo piangendo” mentì. Lei gli passò una mano sul volto, bagnato dalle lacrime. “Si invece” disse “Ron, piangi quanto vuoi… non preoccuparti io sarò qui con te…”
Per tutta risposta lui la abbracciò, e riniziò a singhiozzare, con la testa appoggiata sul suo petto, come un bambino. Rimasero in quella posizione per un po’, fino a quando la voce di Ron non ruppe il silenzio “M-mi dispiace G-Ginny”
“Shhh” disse lei tranquilla “Non ci pensare adesso”
“I-Invece si che ci devo pensare. H-Ho trattato male sia te che Harry per tutti questi giorni, io non volevo… scusami…”
“Anche io ho la mia parte di colpa, non avrei dovuto scaricarti tutto il mio dolore addosso, sei già abbastanza preoccupato”
“No hai fatto bene, mi meritavo una lezione. Grazie a te ho capito che non min stavo comportando da bravo fratello e amico…”
“Sono felice che te ne sia accorto… Ma adesso dobbiamo smettere di litigare e unire le nostre forze per salvare Hermione”
“Si...” disse lui tirandosi su.
“Prima però è meglio che mettiamo a posto questo casino…” soggiunse Ginny sorridendo, accennando allo stato della camera.
“Ci penso io non ti preoccupare”
“Ok… Io intanto vado dalla mamma ad aiutarla, con la cena, stasera tutto l’Ordine sarà qui per discutere i dettagli del piano”
“Aspetta” disse Ron bloccandole un braccio “Grazie Ginny, Ti voglio bene…”
Lei sorrise dando un bacio sulla fronte al fratello “Anche io ti voglio bene Ron…”

***

Hermione rimase ferma a fissare il luogo da cui Tom si era appena allontanato, in particolare osservala la giovane figura di Albus Silente che in qual momento si era voltato, guardando nella sua direzione. Lo vide sorridere “Ancora qui? Non dovrebbe essere in un altro posto signorina?”. L’aveva vista, sapeva che lei si trovava lì con lui, ma non riusciva a spiegarsi come mai solo lui ci riuscisse. Quella strana domanda però la incuriosì.
“Cosa vuol…” iniziò a dire ma si bloccò, un forte vento giunse dal lago. Si sentì trascinare, cercò di rimanere ferma ma non ci riuscì. “Professore mi aiuti!” esclamò, ma Silente se ne stava andando… Una folata di vento più forte delle altre la fece alzare da terra e la scaraventò all’interno del lago ghiacciato…


CAPITOLO 9

LA PORTA DEL TEMPO 2





Hermione aveva sbattuto la schiena e si ritrovò a villa Riddle, ma in una stanza diversa da quella in cui se ne era andata. Per una attimo credette di essere tornata, ma delle voci alla sua destra attirarono la sua attenzione…
“Tom io… devo dirti una cosa…” disse una voce femminile, che riconobbe come quella di Ashley Carson, la sua “potenziale madre”.
“Dimmi” rispose lui, seduto su una poltrona, una volta distolto lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta. Hermione notò che la ragazza era piuttosto titubante “Dimmi” ripetè Tom Riddle per spronarla.
“Io…” iniziò a dire “Sono in cinta” continuò prendendo fiato, come ad essersi tolta un peso dal cuore. Il tempo parve congelarsi. L’espressione di lui rimase impassibile.
“Tom…” disse lei in tono quasi supplichevole.
All’improvviso Tom si alzò e l’abbracciò “E’ una bellissima notizia” sussurrò. Ashley lo strinse “Sono contenta” disse.
Ancora una volta Hermione venne scaraventata da un vento fortissimo e precipitò fuori dalla finestra della stanza…

***

Erano tutti seduti intorno al tavolo della cucina di casa Weasley, la cena era terminata e l’atmosfera si era fatta tesa… Nessuno parlava.
“Allora” sentenziò all’improvviso Moody “Credo sia arrivato il momento di definire i dettagli del nostro piano”
“Hai ragione Alastor” rispose Lupin
“Dunque” continuò il vecchio Auror “Come concordato, spetterà al signor Weasley e al signor Poter raggiungere la signorina Granger. Approfitteremo dell’occasione per stanare e spedire ad Azkaban più Mangiamorte possibile. Li distrarremo mentre i ragazzi la liberano. Abbiamo ragione di credere che il Signore Oscuro non si troverà alla villa nel giorno stabilito, quindi tutto sarà più facile. Come ti sembra il piano Minerva?”
“Ottimo” rispose la nuova preside di Hogwarts “Eccetto che per una cosa: credo sia necessario allertare più squadre di Auror, in caso Colui-che-non-deve-essere-nominato si trovi alla villa, perché a quanto ho capito, non è una cosa assolutamente certa.”
“Si, credo che abbia ragione Alastor” si intromise Tonks.
“Si g-giusto” borbottò Malocchio che non aveva preso bene l’insulto alle sue fonti attendibili “Bene. Allora Kingsley ci pensi tu?“ chiese al mago vicino a lui che annuì prontamente e si smaterializzò.
“Harry, Ron siete sicuri di riuscire a fare tutto da soli?” chiese Lupin.
“Si, riusciremo a tenere a bada qualche Mangiamorte se sarà necessario” rispose Harry.
“Il problema è che non sappiamo in che parte della villa si trovi Hermione” aggiunse Ron pensieroso.
“Già”
“Questo è un problema però…” disse Ginny “Insomma, per quanto ne sappiamo potrebbe essere in qualunque luogo, la villa è enorme…”
“La signorina Weasley ha ragione” concordò la McGranitt, Ginny sorrise compiaciuta.
“Abbiamo bisogno di qualcuno che riesca a passare inosservato e che ci dica dove si trova Hermione” disse Ron
“Eh si, ma chi?”
Tutti parvero pensarci. Per qualche minuto ricalò il silenzio. Poi Harry esclamò “DOBBY!!!”
“Dobby?”
“Si Dobby!” continuò Harry convinto “Lui sicuramente è già stato alla villa, è stato l’elfo domestico di uno dei più fedeli Mangiamorte di Voldemort!”
“Giusto!” disse Ron, cominciando ad intuire il piano di Harry “Lo manderemo alla villa a cercare Hermione, lui è piccolo e può rendersi invisibile… Poi ci faremo dire dove si trova. Sono sicuro che non ti negherà questo favore Harry”
Harry sorrise, contento di aver trovato quella soluzione così geniale. Ad un tratto Kingsley ricomparve. “ tutto a posto?” gli chiese Moody, lui rispose affermativamente.
“Bene. Allora: in tutto adesso abbiamo tre squadre da 20 auror. La prima sarà guidata da me, la seconda da Lupin e la terza da Kingsley. In più ci saranno il signor Weasley e il signor Potter. L’inizio della missione sarà tra quattro giorni a partire da oggi, in modo da dare all’elfo il tempo di cercare la ragazza. Tutto chiaro?”
Tutti annuirono.
“Molto bene” terminò Moody “la riunione credo sia conclusa”
Ci fu un gran movimento ed ognuno tornò alle proprie occupazioni. Harry e Ron furono gli unici a rimanere in salotto con Ginny.
“Dobby!” chiamò Harry
Poco dopo si udì un sonoro crack e fece la sua comparsa un elfo domestico, vestito in modo sportivo: un cappellino da baseball, maglietta a maniche corte e pantaloncini.
“Harry Potter, signore, ha chiamato Dobby?” chiese inchinandosi fino a toccare il pavimento col lungo naso.
“Ho bisogno di un favore Dobby” disse Harry “Ma sarà un po’ pericoloso, quindi ho bisogno di sapere prima di tutto se sei disposto a farlo…”
“Dobby farà qualunque cosa Harry Potter gli chiederà, perché Harry Potter ha salvato la vita a Dobby e l’ha liberato, signore”
“Bene, grazie Dobby” disse, gli occhi dell’elfo si illuminarono.
“Cosa deve fare Dobby, signore?”

***

Questa volta Hermione non si trovava più a villa Riddle, nè a Hogwarts, ma in un lungo corridoio, buio, con numerose porte. Notò Tom Riddle seduto con le mani premute sul volto, in attesa, ma nn seppe dire di cosa. Poi però arrivò un uomo “Mio signore…” disse. Tom alzò la testa. “Dov’è Ashley?” chiese.
L’uomo era visibilmente spaventato “Mio signore… noi abbiamo fatto il possibile….”
“Ho chiesto DOV’E’ ASHLEY?!?!”
“E’…. E’ morta mio signore…”
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO” l’urlo di Tom (ormai già Voldemort) ruppe il silenzio di quella notte piovosa.
“E’ TUTTA COLPA VOSTRA!!!!” urlò verso l’uomo. Tutto accadde in un attimo. Voldemort alzò la bacchetta e un getto di luce verde colpì il Mangiamorte, che cadde a terra, morto…
Tom iniziò a correre, Hermione lo seguì col cuore in gola. Arrivarono in una stanza. Ashley giaceva sul letto, il volto esangue, il corpo avvolto in un lenzuolo bianco. Tom le si avvicinò e lentamente si chinò su di lei a piangere. Hermione non aveva mai visto quel lato di Voldemort, il lato passionale, il lato colmo d’amore… All’improvviso un pianto acuto attirò l’attenzione di entrambi. Si voltarono verso una culla in cui una piccola creatura lanciava gemiti e strilli. Voldemort andò verso di essa e prese in braccio il piccolo “Una femmina” sussurrò “Ashley, ti chiamerò Ashley…”
Hermione ora ne aveva la conferma, quella donna era davvero sua madre… Le lacrime le sgorgarono dagli occhi, senza che lei potesse trattenerle. Rimase per qualche attimo a guardare la scena che aveva davanti agli occhi, poi di nuovo venne trasportata dal vento….
Aprì gli occhi, era distesa sul pavimento, davanti a quella specie di armadio in cui era entrata. Dov’era stata? Per quanto era stata via? “Parecchio” si disse, lo dedusse dal fatto che sentiva già la voce di Draco che la chiamava. Uscì dalla stanza, attenta a non farsi notare, ancora con le lacrime agli occhi.
“Hermione che succede?” chiese Draco, notando il suo viso sconvolto.
“Ho visto mia madre” rispose lei semplicemente e decise di raccontare a Draco ciò che le era successo, sicura che lui l’avrebbe capita…


CAPITOLO 10

TRA BACI RUBATI E VISITE INASPETATE…





Hermione e Draco stavano camminando da un po’ per i corridoi di Villa Riddle. Lei gli stava raccontando ciò che le era successo poco prima.
“Aspetta fammi capire: sei entrata in un armadio che ti ha portato indietro nel tempo…?”
“Che c’è non mi credi?”
“Certo che ti credo, ormai sono abituato a questo genere di cose”
“Mi sembra così assurdo ammetterlo, ma credo che Voldemort amasse veramente quella donna, mia-mia madre…” disse Hermione pensierosa dopo qualche minuto di silenzio.
“Perché ti sembra tanto strano? Anche i cattivi sono capaci di amare…” disse lui fermandosi davanti a lei a guardarla negli occhi.
Hermione ricambiò il suo sguardo per qualche secondo, come ammaliata dai suoi occhi di ghiaccio. Lui iniziò ad avvicinare il viso al suo, molto lentamente, mentre lei indietreggiava… Non poteva farlo, non con Draco… Lei amava Ron, non lui… “D-Draco, che cosa stai facendo? Avanti smettila”.
Il ragazzo non accennava a fermarsi… Ormai Hermione era bloccata, poteva sentire il freddo muro dietro alle sue spalle… Cercò di spostarsi ma lui le prese le braccia per fermarla contro la parete…
Si avvicinava sempre di più, lei sentiva già il suo respiro caldo sul collo… Per un attimo le loro bocche si incontrarono, Hermione era agitata, cercava in tutti i modi di spostarsi, fino a quando con una spinta non riuscì a farlo barcollare. Si allontanò di qualche centimetro, quanto bastava per permettere a Hermione di tirargli uno schiaffo. Il rumore della sua mano contro il viso di lui riecheggiò per tutto il lugubre corridoio. “PERCHE’???” gli urlò piangendo. Il ragazzo si teneva la mano sul punto in cui lei lo aveva colpito e la guardava, sbigottito “Io…”
“NON OSARE MAI PIU’ DRACO, MI HAI SENTITA? MAI PIU’!!!” e se ne andò, lasciando il biondo solo…

***

“Credi l’abbia trovata?”
“Dobbiamo avere fiducia e aspettare”
“Io sono stanco di aspettare!”
“Ron, non rincominciare…”
“Ginny scherzi? E’ 2 giorni che quell’elfo è sparito!!!”
“Non è sparito, la sta cercando”
“Smettila di negare l’evidenza Harry! Non tornerà” disse serio.
“Avanti ora non fare il melodrammatico…” lo canzonò Harry.
“Il meliche?
“Il melodrammatico Ron…. Davvero nn sai che significa?”
“Ginny ora non farmi passare per l’ignorante della famiglia… Vuoi dirmi che tu lo sai?”
“Certo!” disse e si schiarì la voce “Dunque, melodrammatico: relativo al melodramma,descrizione dell’atteggiamento di qualcuno che si comporta, parla o si atteggia in modo teatrale ed enfatico.”
I due ragazzi rimasero a guardarla come 2 ebeti… “Che c’è?” chiese lei.
“Miseriaccia mi hai fatto paura, sembravi Hermione!!!”
“Che scemo che sei Ron!”

***


Hermione rimase chiusa per i due giorni seguenti nella sua stanza, rifiutandosi di mangiare. Naturalmente non aveva più visto Draco. Era stesa sul letto e non faceva altro che pensare a Ron, Ginny ed Harry…. Le mancavano terribilmente. Si sentiva sola, aveva paura, non sapeva quello che le sarebbe successo, cosa Voldemort avrebbe deciso di fare con lei. Una cosa era certa: lei gli serviva. Non sapeva come o perché ma lui aveva bisogno di lei. Anche se nella porta del tempo aveva potuto vedere un altro Tom Riddle, in cuor suo si rendeva conto che lui era cambiato…
Una vocina stridula interruppe i suoi pensieri…
“L’amica di Harry Potter, signore!!! E’ lei, è lei!!! Dobby l’ha trovata!!!”
“D-Dobby?” chiese Hermione incerta, anche se la voce era del tutto riconoscibile. L’elfo in risposta le sorrise felice. “C-Che cosa ci fai qui?”
“Dobby stava cercando l’amica riccia di Harry Potter, signore. L’amico rosso di Harry Potter, signore, ha detto a Dobby di…”
“Ehi aspetta un attimo: ti hanno mandato Harry e Ron?”
“Si, e anche la ragazza rossa di Harry Potter, signore.”
“Perché?”
“Per avvertire la loro amica!”
“Di cosa mi devi avvertire Dobby?”
“Harry Potter, signore, e il suo amico rosso hanno detto a Dobby di dire alla loro amica riccia che loro stanno per venire a salvarla!!!”
“Salvarmi? Sono impazziti? Si faranno ammazzare!!!!”
“L’amico rosso aveva detto a Dobby che l’amica riccia avrebbe detto così… e ha detto a Dobby di dirle che non sarebbero venuti da soli, ma con squadre formate da molti auror!!!”
Lei tirò un sospiro di sollievo, era vero… Stavano arrivando a salvarla… Finalmente avrebbe rivisto il suo Ron… “Dobby, quando?”
“Tra due giorni”
“Due giorni…” ripetè lei sussurrando “La battaglia sarà dura…”
“Si ma vinceremo noi!!!” terminò Dobby saltando.
Lei gli sorrise e gli porse del cibo, quello che lei non aveva mangiato… “Hai fame?”
Gli occhi dell’elfo si illuminarono “Oh si! Grazie amica riccia di Harry Potter, signore”
“Chiamami Hermione, credo farai prima” replicò lei divertita
“Bene. Grazie Hermione, amica di Harry Potter, signore”
Lei alzò gli occhi al cielo, ma decise di lasciare perdere, almeno per quel pomeriggio…
 
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