Vi piace il mio stile?, Introduzione...

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AtlantideMistery
view post Posted on 9/7/2009, 14:35




Questa è solo un'introduzione, in modo che capiate come scrivo. Sono due storie sulla saga di Harry Potter.

I WEASLEY
Domenica a casa Weasley. Estate. Genitori fuori per commissioni. Potete solo immaginare cosa possono fare i fratelli Weasley, in un giorno del genere.
Infatti, eccoli là, nel giardino della Tana, che ne combinano di tutti i colori. Tra Quittich spericolato, scherzi innocentissimi e chiacchiere varie, i Weasley si godono la vita, come fossero i padroni del mondo. C'erano anche Bill, Charlie e Percy. Avevano preso le ferie di due settimane, per starsene un pò in pace. Ma non avevano calcolato che nella loro famiglia, c'erano anche due scavezzacolli, maestri degli scherzi più disparati, una ragazzina mielosa in piena fase d'amore e un imbranato, che non riusciva a non far cadere o rompere qualcosa, per più di dieci minuti. Infatti, a distanza di pochi minuti, dalla casa si sentì il tonfo di un paio di piatti rotti.
- RON! - tuonò Percy, che stava leggendo un buon libro ed era stato interrotto per la millesima volta. - Potresti fare più attenzioni, per favore? Sto tentando di leggere. -
- Scusa! - arrivò la voce di Ron, dalla cucina. - Ma se qualcuno si degnasse di aiutarmi, non farei di questi pasticci. -
Arrivò all'uscio della porta, arrabbiato, con qualche ammaccatura.
- Ginny, tu sei una ragazza, dovresti farle tu certe cose. -
Ginny, che stava giocherellando con un cucciolo di Schiopodo Sparacoda, si voltò impaziente verso Ron.
- Aaah, ok, arrivo. Altrimenti mamma m'ammazza, se vede il casino che hai fatto. -
Ron la guardò furente, mentre gli passava vicino. Intanto, Fred e George giocavano a Quittich. Urlavano e strepitavano come matti, neanche fossero al Campionato Mondiale.
- Bella presa, Fred - gridò George, volando sopra le teste dei fratelli più grandi.
- Sta attento, George! - lo incalzò Bill, quando il fratello stava per beccarlo.
- Scusa, Bill. -
E i due continuarono. Con tutto quel chiasso, Percy si spazientì e imbronciato, andò in casa. Charlie e Bill lo guardarono di sottecchi.
- Non imparerà mai - disse Bill.
- Già. E' sempre troppo pieno di sè - gli fece eco Charlie.
Bill prese una bibita dal mini-bar e si sdraiò su uno sdraio, vicino al fratello. Charlie si stava spalmando una strana crema su un braccio, dove c'era una grossa scottatura. Non stupì Bill, visto che Charlie aveva sempre a che fare con Draghi sputafuoco, con i loro artigli, i denti e le code appuntite. Ogni volta che tornava a casa, Charlie era pieno di ferite. Ma la cosa pareva non disturbarlo. E come dargli torto. In fondo amava il suo lavoro, anche se era pericoloso.
- Come va il braccio? - gli chiese Bill, sorseggiando un pò di bibita fresca.
Charlie sorrise.
- Benone direi. La pomata sta facendo miracoli. -
- Quel bestione doveva essere abbastanza carico. -
- Già, ma non mi lamento. Anche se ci è andato vicino, sta volta. -
Anche Charlie prese una bibita e aprendola, si spruzzò su tutta la maglietta. Dietro di lui, i gemelli ridevano come matti.
- Grazie, ragazzi. Mi ci voleva una rinfrescata. -
- Di niente, fratello - dissero i due, in coro, prima di sfrecciare di nuovo sulle loro teste.
Intanto, in casa Ginny gridava su di Ron, ogni cinque minuti.
- Ron, guarda dove metti i piedi! - lo appostrofò, entrando in salotto.
Ron era sommerso di vestiti sporchi.
- Se vedessi qualcosa - esclamò.
Ginny alzò gli occhi al cielo.
- Su, non lamentarti sempre. Ecco...mettili lì. -
Ron posò la roba vicino a quella, che doveva essere una lavatrice un pò malconcia. Si raddrizzò la schiena e guardò Ginny, con uno sguardo storto, appoggiandosi alla macchina.
- Quando ti ho chiesto di aiutarmi, intendevo che facevi tu le cose, non io. -
Ginny sbuffò e tornò in cucina, seguita da Ron, che continuava a tamponarla di lamentele. Si aggiunse anche percy, che era risceso dalla sua stanza, perchè i due lo infastidivano e non poteva leggere. Mentre loro tre continuavano a darsele contro, arrivarono Bill e Charlie, che volevano prendere altre bibite dal frigorifero smesso.
- Il letto te lo fai da sola - gridava Ron.
- Sto cercando di leggere - urlava Percy.
- Sì come no. E tu zitto! - strillava Ginny.
Quando i due fratelli maggiori si avvicinarono al frigorifero, non riuscirono a raggiungerlo.
- Vi spostate un attimo - disse Bill.
- Prendiamo solo delle bibite - gli fece eco Charlie.
La confusione attirò i gemelli.
- Olè, una disputa! - esclamò allegro, Fred.
- Per chi scommetti? - chiese George.
Gli altri cinque continuarono a litigare, mentre i due ridevano.
- I piatti li sto lavando da due settimane. -
- Che ti costa farlo ancora? -
- Fate un pò di silenzio? -
- Ehi, Bill, prendi il Succo di Zucca. -
- Lancia! -
Ed erano capaci di continuare così per tutto il giorno. Alla fine, visto che non sapevano che fare e stare a guardare non li ispirava, si aggregarono anche i gemelli.
- Ron, bel grembiule. Te la prestato mamma? -
- Tu sta zitto. Dovrebbe essere di Ginny. -
- Non me lo metto neanche morta. -
- Percy fa vedere il libro. -
- Non t'azzardare! -
- ragazzi, occhio che qui scoppia tutto! -
- E falla finita! -
- No, dico sul serio. AL RIPARO! -
Effettivamente, il pentolone dove si stava cucinando il pranzo, stava per scoppiare. I ragazzi fecero in tempo a nascondersi dietro al divano, con salti da canguro e capriole da circo.
In pochi secondi, mancò poco le la Tana saltasse in aria. Quando fu tutto finito, i ragazzi scoppiarono in una sonora risata. In fondo, anche se si odiavano avvolte e detestavano altre, si volevano bene e formavano una bella famigliona.
- RAGAZZI! -
- MA CHE AVETE COMBINATO? -
- Oh, no! Mamma e papà. FILIAMO! -
E si sparpagliarono, continuando a ridere.



LUPIN E TONKS - Dopo la morte, resta l'amore!
La battaglia infuriava, nell'Ufficio Misteri. Mangiamorte e Auror, Auror e Mangiamorte, si sfidavano in duelli massacranti. Corpi che cadevano, corpi che saltavano, schivavano, attaccavano, difendevano...Ombre nere contro luce bianca. C'erano già parecchi morti, da ambedue le parti. C'erano Lupin, Tonks, Moody, Shackelbolt, Dawlish e altri. Combattevano da veri Maghi (e Streghe), degni di tale nome. Erano stati feriti certo, ma non si arrendevano. Mai l'avrebbero fatto! Dovevano proteggere il mondo magico da Lord Voldemort e dai suoi seguaci, a tutti i costi.
- Reamus, attento! - gridò Moody.
Lupin stava per essere colpito in pieno da un incantesimo del suo avversario. Lo schivò appena in tempo.
- Grazie, Alastor. -
Il suo avversario era molto abile, ma lui era più forte e lo mise K.O. con la stessa moneta: uno Stupeficium. Vicino a lui, Tonks si dava da fare con una Mangiamorte pazzoide, che lanciava incantesimi a raffica.
- Ninfadora, spostati! - le gridò Lupin.
Un'altra Mangiamorte la stava per colpire a tradimento, alla sua sinistra. Lupin si mise in mezzo e schiantò la Mangiamorte.
- Grazie, Reamus - disse Tonks.
Lupin era l'unico a cui lasciava che la chiamasse per nome. Forse, perchè era il migliore amico di suo cugino, Sirius. O forse, per altre ragioni.
La battaglia durò ancora un pò, ma alla fine vinsero gli Auror, con qualche morto e parecchi feriti. Ma avevano vinto. Si raggrupparono davanti al Velo Nero, quel maledetto Velo che aveva portato via Sirius. Tonks iniziò a piangere e Lupin le si avvicinò.
- Non abbiamo potuto fare nulla, Ninfadora. Se lo avessimo aiutato, ci saremmo finiti anche noi, oltre il Velo Nero. -
Tonks si girò e pianse sul suo petto, mentre lui le cinse le spalle. Da una fessura nel muro adiacente, arrivarono Harry e Silente, seguitit da Hermione, Ron, Ginny, Luna e Neville e da alcuni uomini del Ministero, tra cui Caramell, visibilmente sconvolto. Quando gli sguardi di harry e Tonks si trovarono, lei andò ad abbracciarlo.
- Mi dispisce, Harry. -
- Non è stata colpa nostra. -
Tratennero a stento le lacrime. Poi Tonks tornò dagli altri Auror, dove si aggregarono anche Silente, Caramell e gli uomini del Ministero. Hermione abbracciò Harry forte, piangendo, mentre Ron gli appoggiava una mano sulla spalla. Gli altri tre non sapevano cosa fare. Ginny piangeva in silenzio.
Usciti dal Ministero, si sparpagliarono. Silente e i ragazzi tornarono a Hogwarts, Caramell e gli altri chissà dove, e gli Auror andarono a Grimmauld Place. Tonks continuava a trattenere le lacrime, mentre Lupin le camminava vicino. Arrivati a Grimmauld Place, ci fu una brevissima riunione, dopodichè gli altri se ne andarono e rimasero solo Lupin e Tonks.
- Ti preparo un pò di tè caldo? - chiese Lupin, dopo un minuto di silenzio.
- Sì, grazie - rispose Tonks, con il viso tra le mani, seduta dietro il tavolo.
Altro silenzio, rotto solo dal rumore della teiera, quando salì il tè e dal tintinnio del cucchiaio, che Lupin fece girare nelle due tazze che aveva preparato. Ne porse una a Tonks e bevettero un pò.
- Vuoi parlare un pò? - chiese Lupin, sicuro della risposta.
- Preferirei di no, non adesso, Reamus. Scusa. -
- Figurati. -
Dopo un pò, Tonks si alzò.
- Vado a fare un giro. Ti dispiace? -
- Vai pure. - Sorrise Lupin.
Tonks uscì e si diresse nella stanza dell'Albero Genealogico della famiglia Black. Lupin l araggiunse quasi subito, sapendo dove era andata. La trovò con una mano alzata, appoggiata sulla figura bruciacchiata di Sirius. Un'altra lacrima le rigò il viso stanco, ma si era accorta di lui.
- Sai, non avrei mai immaginato una fine così, per lui - iniziò Tonks, - pensavo che sempre, che sarebbe finito all'ospedale, dopo una rissa. -
Sorrise forzatamente e anche Lupin, guardandola, appoggiato all'uscio della porta.
- Sai com'era fatto - continuò Tonks, - andava sempre in cerca di guai, assieme a James. -
Cominciò a singhiozzare di nuovo e Lupin le si avvicinò.
- Mi dispiace, che tu mi veda così, Reamus. Tu che hai perso i tuoi migliori amici. -
- Non fa niente. -
Ma Lupin lo diceva più per lei che per se stesso, perchè in realtà soffriva molto. Ma voleva soffrire lui, piuttosto che vedere Tonks in quelle condizioni. Si dannava, per essere rimasto vivo.
- Sai - iniziò, camminando su e giù per la stanza, - avevo sempre creduto, che sarei morto prima io, di loro. -
Tonks si girò di scatto verso di lui.
- Ma cosa dici? -
- Davvero. Tra i tre, ero quello più debole. Certo, a scuola ero migliore di loro due messi insieme, ma nella vita... -
Fece una pausa e continu dopo un sospiro.
- Mi hanno sempre aiutato, in ogni situazione, specie quando c'erano le notti di Luna Piena. Mi erano sempre vicini e mi confortavano. E io cosa ho fatto, per loro, Ninfadora? -
Si era voltato a guardarla. Lei si stupì e gli si avvicinò.
- Reamus, perchè dici queste cose? Loro non vorrebbero che ti dannassi in questo modo. -
- Ma è vero, Ninfadora. Cosa ho fatto per loro, dopo tutto quello che hanno fatto per me? -
Una lacrima scese sulla sua guancia, passando sopra le ferite della battaglia. Guardandolo, Tonks pianse di nuovo e lo abbracciò forte. E lui ricambiò.
- Sei stato il migliore amico che abbiano mai potuto avere, Reamus - disse fra le lacrime, - e a loro questo basta. -
Lupin la strinse ancora di più e altre lacrime scesero. Poi alzarono lo sguardo entrambi e si guardarono negli occhi lucidi. In quel momento così triste, qualcosa entrò dentro di loro. Sarà stato per colpa della situazione pesante, di tutte le cose successe, delle persone perse...O forse un segno amico? Mentre i loro occhi luccicavano, i loro visi erano sempre più vicini e alla fine, si scambiarono un dolce e tenero bacio.







 
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~• ßunny •~
view post Posted on 13/8/2009, 15:39




sono molto belle, mentre leggevo la seconda mi veniva da piangere!
il tuo stile mi piace molto, continua così ^^
 
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1 replies since 9/7/2009, 14:35   112 views
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